Inchiesta sui corsi di formazione “fantasma”: la procura sospende Ciarcia da presidente Alto Calore

Lo scandalo dei corsi di formazione. Su richiesta della procura di Avellino, il gip ha emesso la misura interdittiva di sospensione dall’incarico per l’amministratore dell’Alto Calore Michelangelo Ciarcia. Quattordici indagati, peculato, fatture inesistenti e falso le accuse

Nella mattinata odierna, il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Avellino ha notificato, su disposizione di questa Procura della Repubblica, un’ordinanza di applicazione della misura interdittiva personale della sospensione dall’esercizio del pubblico servizio nei confronti di Michelangelo Ciarcia, Amministratore Unico dell’Alto Calore Servizi s.p.a., svolgente il pubblico servizio idrico integrato per i Comuni della Provincia Irpina e in parte di quella sannita, e di un dipendente addetto alla segreteria del Presidente.

Per l’Alto Calore Servizi s.p.a. pende attualmente procedura di concordato preventivo innanzi al Tribunale di Avellino, incardinata dopo l’istanza di fallimento avanzata dalla Procura della Repubblica di Avellino, a seguito dell’accertamento, nella presente fase di indagine, di un’esposizione debitoria di circa 150 milioni di euro nell’anno 2021.

L’ordinanza è stata emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Avellino nell’ambito del procedimento penale riguardante i corsi di formazione professionale per il personale dipendente svolti negli anni 2019, 2020 e 2021, finalizzati a far acquisire maggiori conoscenze tecnologicheSi tratta di corsi di formazione professionale per i quali la società Alto Calore Servizi ha goduto, mediante compensazione tributaria, dei crediti di imposta previsti dalla legge del 27 dicembre 2017 n. 205 (“Formazione 4.0”), per un ammontare complessivo di €632.000,00.

L’attività di indagine, partita all’indomani delle denunce di dipendenti della prefata società che informavano l’A.G. della loro mancata partecipazione a detti corsi formativi pur comparendo negli elenchi dei discenti, ha consentito di accertare l’effettiva inesistenza dei suddetti corsi.
Le fattispecie delittuose contestate, allo stato, agli indagati (complessivamente, quattordici persone, tra cui anche dipendenti dell’Alto Calore e rappresentanti legali delle ditte fornitrici) sono il peculato, l’emissione e l’utilizzo di fatture relative ad operazioni inesistenti, l’indebita compensazione tributaria aggravata per l’inesistenza dei crediti compensati e il falso in bilancio, tutte aggravate per l’abuso e al violazione dei doveri inerenti al pubblico servizio

 

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