IL CORSIVO – Il Festival di Sanremo e… i fascisti
Ieri, alla conferenza stampa sull’apertura del Festival di Sanremo, Amadeus e Marco Mengoni hanno dichiarato di essere “antifascisti”. E per meglio affermare il concetto, considerato il contesto “cantericcio”, hanno intonato “Bella Ciao”: non nella versione lamentosa e sofferta stile (ricordate?) Michele Santoro, ma con il sorriso sulle labbra e negli occhi, come il buon senso aveva consigliato a due personaggi bravissimi e simpaticissimi del mondo dello Spettacolo.
Ciò detto, chi non ha seguito in diretta la conferenza stampa, è stato naturalmente portato a chiedersi: “Ma che cavolo c’entrano l’antifascismo e Bella Ciao con il Festival di Sanremo? Amadeus e Mengoni sono usciti di testa all’improvviso?”.
L’arcano è presto spiegato. I due artisti (due perché anche Amadeus, nel suo campo, è decisamente un eccellente “artista”) mai e poi mai – senza rischiare di far ridere i polli – si sarebbero spontaneamente lasciati andare ad una dichiarazione scontata quanto fuori luogo. Più semplicemente, hanno risposto ad un giornalista che chiedeva di sapere – nientepopodimenoche – se Amadeus e Mengoni “possano definirsi antifascisti”.
Una domanda, diciamolo pure, molto imbarazzante. Non per i conduttori del Festival, ma per il giornalista. Posto, infatti, che il Fascismo in Italia è morto ed è stato seppellito il 25 luglio 1943, ossia 80 anni e mezzo fa, e posto che i succitati artisti hanno rispettivamente 61 e 35 anni, peraltro mai impegnati in politica, trovate qualcosa che sia più anacronistico d’un cronista che chiede se quei due siano antifascisti.
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