IL CORSIVO – Se Calenda e Conte lasciano la politica
Ospite a “Un giorno da pecora” su Rai Radio 1, il leader di Azione, Carlo Calenda, si è simpaticamente sfogato dicendo, tra l’altro, quanto segue: “Mia moglie non è d’accordo che io faccia politica per un semplice motivo: ero il primo contribuente con il governo Gentiloni e oggi sono il penultimo, la sòla totale… L’ultimo anno di lavoro guadagnavo circa 600 mila euro, ora circa 150 mila… Ma per esser chiari: da quando ho deciso di fare politica, non ho mai accettato un euro a nessun titolo da imprenditori o stati stranieri… Non è un riferimento a Renzi, non è una questione solo di Renzi, è una cosa molto diffusa: qua gli unici due pirla siamo io e Giuseppe Conte…”.
Cosa dire? Oltre ad essere ovunque riconosciuto come un manager di altissimo valore, Calenda è persona di spirito che accetta di buon grado l’ironia bonaria. Sicché un consiglio disinteressato e gratuito lo diamo volentieri, sia a lui che a Conte. Loro due che non sono come Renzi, tornino a fare esclusivamente i mestieri originari, di certo molto redditizi: faranno felici le rispettive consorti e renderanno alla politica, standone lontani, un preziosissimo servigio.
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