IL CORSIVO – Sandro Ruotolo e le verità assolute
Sandro Ruotolo – giornalista da giovanissimo, poi per due anni e mezzo senatore indipendente di sinistra, oggi membro della segreteria nazionale del Partito Democratico, molto probabilmente candidato Pd alle prossime elezioni europee – dice di sentirsi “ferito” dalla vicenda Oddati e Figliolia, i dem arrestati con l’accusa di corruzione. “Ferito” perché i due politici testé citati “hanno tradito i valori della nostra comunità: noi facciamo politica per passione, per cambiare le cose, non per fare affari”.
Lo dice in una intervista raccolta da Simona Brandolini per il Corriere del Mezzogiorno. E lo dice non solo amareggiato ma anche sorpreso, come se fosse la prima volta che i dem, non solo della Campania, hanno guai giudiziari, e come se l’inizio di questa vicenda fosse fresca di giornata e non risalisse invece a un paio di anni fa.
Dettaglio temporale ininfluente per Ruotolo, che nell’intervista aggiunge: “È un episodio che mi dice che bisogna cambiare questo partito. Non è un bel segnale. Non possiamo archiviarlo”.
Il preambolo è solo l’incipit per arrivare al cuore del problema. E il cuore è ancora, perennemente De Luca. Senza giri di parola, infatti, Ruotolo affonda la lama: “…Elly Schlein aveva 8 anni quando De Luca cominciava la sua parabola da sindaco: questo la dice lunga sul sistema di potere incrostato. Per cambiare in Campania abbiamo bisogno che quel milione che ci ha votati alle primarie ci aiuti a cambiare”. Come se – sembra ch’egli sostenga – quel milione e passa di elettori che hanno votato De Luca nel 2015 l’avessero fatto con la pistola di “Vicienzo” puntata alla tempia, e non già liberamente e democraticamente. Senza contare, oltretutto, che oggi che Schlein non è più una bambina ma ha 37 anni, quel milione e passa di cittadini ritengono che De Luca li rappresenti degnamente, se è vero, ed è proprio vero secondo i numeri, che il governatore è stato rieletto un paio d’anni e mezzo fa con ben il 70 per cento.
Ma Ruotolo – parole sue – è anche amaramente sorpreso dal fatto che il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, si sia permesso di dire d’essere favorevole, senza se e senza ma, al terzo mandato dei presidenti di Regione. Perché sorpreso Ruotolo? Semplice: perché egli, evidentemente, è iscritto alla corrente di pensiero dei presunti depositari delle verità assolute: gli stessi, non a caso, che puntualmente fanno perdere le elezioni alla sinistra, campo stretto o largo che sia.
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