IL CORSIVO – Il Presepio con due Madonne di +Europa
“Non c’è più religione”. Il film non c’entra niente, mentre il modo di dire andrebbe aggiornato, alla luce delle ultime “grandi novità” introdotte nei presepi da una politica italiana sempre più allo sbando, e perciò stesso dedita alla ricerca di trovate che eccellono spudoratamente in banalità, oltre ad essere blasfeme, pur di esibire qualcosa di sorprendente.
L’ultima trovata reca la firma di +Europa, la formazione politica creata da Emma Bonino e Riccardo Magi, che vorrebbe in qualche misura evocare le battaglie dei Radicali di Marco Pannella ma che dalla buonanima del grande leader, per stile e contenuti, appare lontana anni luce.
La trovata è il “manifesto” politico natalizio d’un presepe che con un colpo di spugna cancella la tradizione della “famiglia cristiana” sostituendola con una metafora plastica di “famiglia”, appunto, “non tradizionale”. Le sequenze postate (ma sarebbe il caso di dire “partorite) su Facebook sono tre: una con due Giuseppe e il Bambino, la seconda con due Madonne e il Bambino, la terza con una Madonna e il Bambino. E come se il concetto non fosse stato già abbastanza chiaro con le sole immagini, a renderlo esplicito c’è la seguente didascalia: “Il bello delle tradizioni è che possono cambiare! Buone feste da +Europa”.
La reazione più significativa, almeno per ora, é stato l’addio al partito firmato, ancora su Facebook, dalla nota imprenditrice italo-albanese Anita Likmeta. Nel post si legge: “Se +Europa pensa di difendere la diversità con ammiccamenti ipocriti, io per il ruolo della Madonna lesbica non sono disponibile. Addio a +Europa e buon suicidio politico (non assistito!)”.
A questo punto della vicenda, resterebbe da stabilire se il partito ha copiato l’idea delle due Madonne dal presepe blasfemo del parroco irpino Don Vitaliano Della Sala o se, viceversa, sia stato il sacerdote a rubare l’immagine dal post di +Europa. In attesa che venga svelata la verità, resta il fatto che il vescovo della diocesi di Don Vitaliano, Monsignor Arturo Aiello, se ne sia stato buono e zitto, dunque consenziente e compiaciuto, di fronte all’ardua impresa di un suo parroco: negare di fatto – a rigor di logica, stando alla Verità della Chiesa – l’essenzialitá dello Spirito Santo per il concepimento terreno del Figlio di Dio.
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