IL CORSIVO – Perché affonda il PD delle Picierno e delle Schlein

Quando mancano ancora sei mesi e mezzo alle elezioni europee, la politica italiana è quasi completamente assorbita da questo appuntamento. Qualsiasi cosa un singolo politico o un partito dichiari, tutto è filtrato dalla necessità di parlare in funzione della chiamata alle urne. In un clima del genere, è facile indovinare che le tensioni aumenteranno giorno dopo giorno, non solo tra maggioranza di governo e opposizione, quant’anche, e forse soprattutto, tra i partiti della maggioranza e tra quelli dell’opposizione.
Paradigmatico dell’aria che tira è un passaggio dell’intervista del Corsera di ieri all’eurodeputata Pina Picierno, una dei vice presidenti del Parlamento europeo eletta nelle liste del Pd.
La giornalista (Maria Teresa Meli) chiede: “Secondo lei, in queste europee, il leader 5Stelle Conte ha come avversario da sconfiggere Meloni o Elly Schlein?”.
La risposta: “Spero Meloni, ma temo che prevalga la competizione con il Pd. Il M5S è nato con l’allergia alle alleanze democratiche e progressiste. Dopo l’esperienza di governo si immaginava una crescita, dall’età adolescenziale a quella adulta. Evidentemente eravamo troppo ottimisti”.
Ecco: Pd e M5S, nelle intenzioni di Schlein (non sorprende) e di Prodi (lui sì che sorprende) sono due partiti che dovrebbero federarsi. Ma da sempre, per come sono fatti e si comportano, riproducono la metafora perfetta di due singolari sposi che la prima notte di nozze vanno a dormire, non solo in letti separati, ma addirittura in alberghi diversi.
In questo quadretto, l’onorevole Picierno, divenuta fan della rivoluzionaria leader del Pd venuta dal nulla, sembra aver smarrito la memoria dei giudizi irripetibili che il Partito Democratico per anni ha tranciato nei confronti dei grillini. Per cui, per dirla con l’eurodeputata, ma in termini invertiti, il Pd delle Picierno e delle Schlein è passato dall’età adulta a quella adolescenziale, anzi infantile: una involuzione decisamente priva di freni inibitori che spiega anche perché più si va avanti tanto più i dem perdono consensi.

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