IL CORSIVO – I redditi dei senatori Matteo Renzi e Renzo Piano
Sono state rese note, come doverosamente avviene ogni anno, le dichiarazioni dei redditi dei senatori italiani (per i deputati bisogna attendere ancora pochi giorni).
Meraviglia delle meraviglie, il senatore che guadagna di più, naturalmente non per la sola attività parlamentare, è Matteo Renzi. Invero le sue indennità di parlamentare sono briciole rispetto al resto, sì e no un 5 per cento di quanto gli rendono, va da sé legittimamente, le consulenze che gli vengono richieste soprattutto dall’Arabia Saudita.
La dichiarazione relativa all’anno 2022 racconta che il reddito del leader di “Italia viva” ammonta a ben 3,2 milioni di euro, 600 mila euro in più rispetto al 2021. Giusto per curiosare: il senatore guadagna oltre 15 volte quello che guadagna il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Si dirà, giustamente: ma il Presidente della Repubblica fa soltanto il Presidente della Repubblica, mentre il senatore Renzi oltre a fare il senatore fa anche il consulente. Verissimo. Anzi, in proporzione a ciò che guadagna da senatore e da consulente, sarebbe più coretto dire che Renzi fa il consulente e “anche” il senatore. Quisquilie. Un secondo termine di paragone appropriato, invece del Presidente della Repubblica che fa solo il suo mestiere istituzionale, potrebbe essere piuttosto il senatore a vita Renzo Piano. Il quale, oltre a fare lo stesso mestiere istituzionale di Renzi, fa soprattutto – proprio come Renzi – un altro mestiere: quello di architetto. E va subito aggiunto che il suo mestiere naturale lo fa talmente bene da essere diventato famoso in tutto il mondo, Archistar Renzo Piano. A differenza di Renzi, che è stato eletto, egli si ritrova nominato senatore a vita proprio per i meriti professionali che hanno dato lustro al suo Paese, l’Italia.
Ora veniamo al dunque del secondo termine di paragone. Renzo Piano, nonostante stia da anni sulla scena mondiale dell’Architettura, dove peraltro occupa un posto di primissimo e riconosciuto rilievo, guadagna 2,9 milioni di euro, ovvero 300 mila euro meno di Renzi. E qui comincia l’arcano. Perché, giocando con le parole, è pur vero che grammaticalmente “Renzi” é plurale di “Renzo”, ma in nessun modo ciò potrebbe significare che un Renzi valga in automatico tanti Renzo sia sul piano intellettuale che su quello economico. C’è pertanto qualcosa che non funziona nel ragionamento.
Per esemplificare, seppure abusando di approssimazione, è mai possibile che una “consulenza” di Matteo possa essere apprezzata, dunque pagata, più di un progetto di Renzo? Contrariamente a quanto avevamo potuto immaginare, è possibile eccome. Sicché la domanda che sale spontanea è la seguente: ma chi glielo ha fatto fare all’Archistar, nominato per meriti senatore a vita della Repubblica Italiana, a sgobbare tantissimo per imporsi all’attenzione del mondo? Non gli sarebbe stato meno faticoso e più remunerativo mettersi a fare un po’ di consulenze, non sapremmo dirvi “de che”?
Un paio di settimane fa abbiamo appreso che agli infermieri italiani la Norvegia offre cinquemila euro netti al mese più il fitto di casa pagato. In una improbabile ma comunque possibile impennata di orgoglio nazionale e di generosità, Matteo Renzi non potrebbe istruire i nostri giovani su come si possono fare soldi a palate con consulenze e conferenze? Sarebbe una straordinaria lezione di capacità e sensibilità politica. Magari anche il nostro eccellente Archistar potrebbe finalmente farsi una ragione del tempo inutilmente sprecato tra studi e affinamento visionario.
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