IL CORSIVO – La coppia a perdere Conte-Schlein

Intervista del Corriere della Sera (Claudio Bozza) al capo del M5S, Giuseppe Conte.
Una domanda e una risposta per tutte.
La domanda: “La segretaria del Pd, Schlein, dice che si deve preparare un’alternativa a questo governo. A che condizioni per voi?”.
La risposta: “L’11 novembre parteciperemo alla manifestazione a Roma lanciata dal Pd contro il governo. Per il resto l’alternativa va costruita sui singoli progetti concreti, attraverso un confronto che sia rispettoso della dignità e autonomia di ciascuno”.
Dunque, vediamo. In un Paese politicamente normale una coalizione degna del nome dovrebbe governare, si prenda l’Italia, per 5 anni. La qual cosa richiede, sempre in un Paese normale, che la coalizione sia d’accordo, non su un singolo progetto, ma sull’insieme dei progetti che costituiscono la “strategia” del programma di maggioranza. L’alternativa di governo è questa, non un’orgia di slogan demagogici facili a confezionare e impossibili da realizzare.
Sicché, posto che M5S e Pd hanno già governato insieme, per di più restituendo uno spettacolo indegno di contrapposizione praticamente su tutto, in particolare su temi di primario rilievo come la politica estera e l’economia, l’ambiente e la sanità: ciò posto, ed è il minimo che si possa porre, di grazia quale titolo si potrebbe immaginare per una “alternativa” fondata sulle posizioni di due soggetti politici che sfilano sottobraccio ai cortei, magari organizzati dalla Cgil di Landini, ma che di fatto non sono d’accordo su niente?
Il maledetto equivoco che Conte e Schlein stanno alimentando, vestendosi da rivoluzionari tanto al chilo – l’uno con la pochette, l’altra ricorrendo all’armocromia quattro stagioni – è che si possa costruire l’alternativa al centrodestra semplicemente cantando insieme Bandiera Rossa che trionferà.

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