IL CORSIVO – Ignazio La Russa e l’Intelligenza Artificiale
A margine degli Stati generali sull’Intelligenza artificiale tenuti al Palazzo Pirelli di Milano, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha detto: “Non si può fermare il processo tecnologico, bisogna saperlo governare. L’intelligenza artificiale può essere governata a patto che conserviamo un po’ di intelligenza naturale, ovvero la capacità dell’uomo di essere al centro e di saper governare i processi tecnologici. Bisogna avere un approccio etico al problema. È importante che l’intelligenza artificiale non sia fine a se stessa”.
Cosa dire? La Russa è notoriamente un fine dicitore, per cui appare quanto mai strano il bisticcio di parole che rende ripetitivo e confuso il suo pensiero sull’applicazione dell’Intelligenza artificiale. La spiegazione del disagio lessicale del presidente su un tema decisamente sensibile potrebbe essere questa: stando da una vita a stretto contatto con i colleghi parlamentari, e conoscendone bene le qualità intellettive, La Russa deve essere giunto alla conclusione che sarebbe impresa pressoché impossibile, per certe intelligenze naturali che popolano il Parlamento italiano, governare perfino una Intelligenza artificiale mediocre.
Diciamolo pure: il suo scetticismo è oggettivamente fondato.
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