Omicidio Grottaminarda, il movente resta un giallo
Resta in carcere Angelo Girolamo, il 44enne che sabato scorso ha ucciso a Grottaminarda l’ucraino Ivan Kandsendal. Permane l'accusa di premeditazione, ma il movente da lui fornito, secondo il magistrato, non è credibile per questo sono state richieste ulteriori indagini
Omicidio di Grottaminarda, il movente fornito da Angelo Girolamo, che sabato scorso ha sparato ed ucciso l’ucraino Ivan Kandsendal, non convince il Gip che richiede ulteriori indagini.
Durante l’interrogatorio di convalida dell’arresto, l’omicida ha raccontato una storia di paura e atti intimidatori fatta di sguardi e gesti dopo una lite per una sigaretta avvenuta 20 anni fa. Una versione che non ha convinto il magistrato che vuole vederci chiaro, e che per questo ha disposto ulteriori approfondimenti investigativi. Girolamo resta in carcere e permane l’accusa della premeditazione.
Ma l’interrogativo è perché il Gip non si è convinto? Due sono le ipotesi o l’omicida è caduto più volte in contraddizione oppure ha omesso di chiarire i veri rapporti che aveva con l’ucraino. Se la versione della suggestione psicologica non ha convinto il magistrato vuol dire che l’omicida nasconde qualcosa, che forse Girolamo poteva essere ricattabile dall’ucraino e questa ipotesi apre ad interrogativi che non possono riportare certamente questa vicenda indietro di 20 anni nel tempo.
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