Estorsione ristoranti irpini, chiuse le indagini sugli uomini vicini al clan Sangermano: 21 gli avvisi

Sotto i riflettori la fornitura di mozzarelle imposta ai locali di Monteforte Irpino

Le parole dell’indagato Roberto Santulli di Monteforte Irpino nei confronti di Andrea Canonico, titolare del ristorante “Quagliarella” a cui, nel giugno 2017, fu imposta una fornitura di mozzarelle del Caseificio San Giacomo di Saviano, nonostante non fossero di buona qualità e furono cestinate dal titolare.

“Salvatore Sepe è mio amico, deve lavorare”, disse.

Questo è uno degli episodi estorsivi contestati nell’avviso di chiusura indagini firmata dalla Dda di Napoli nei confronti di 21 persone, considerate vicine al clan Sangermano. 

Nelle 21 pagine che contengono l’avviso di conclusione delle indagini e che riguardano un filone dell’inchiesta sul clan Sangermano emergono anche due estorsioni a due ristoranti irpini. 

Canonico, come sappiamo, fu trovato impiccato l’8 gennaio del 2022 e l’esame autoptico confermò l’ipotesi di suicidio con la propria cintura. Inoltre emerge anche l’episodio di estorsione nei confronti di un dipendente dell’attività ricettiva “O Pagliarone” di Monteforte Irpino, evento che non si è verificato in quanto uno dei titolari del noto ristorante non ha ceduto alle pressioni avanzate dagli indagati. 

Dunque sono stati notificati 21 avvisi di conclusioni delle indagini ai presunti componenti del clan Sangermano, operativo tra l’Irpinia e Nola.  

Le accuse sono a vario titolo di estorsione tentata e consumata, associazione a delinquere di stampo camorristico, favoreggiamento aggravato, violazione della legge speciale sulle armi, trasferimento fraudolento di valori e riciclaggio. 

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