IL CORSIVO – Hamas. Ci mancava solo Putin…

Ha aspettato un po’ di giorni prima di decidere se parlare o meno su quanto stava accadendo in Medio Oriente, ma alla fine si è espresso. Come? Non ci sarebbe stato bisogno della zingara per indovinare cosa avrebbe detto. Putin ha detto esattamente ciò che il mondo si sarebbe atteso che dicesse: una condanna per la “crudeltà” dell’attacco di Hamas a Israele, ma con tanti “se” e tanti “ma”, inequivocabilmente gli stessi “se” e gli stessi “ma” cui ci hanno abituati certi pseudo-intellettuali italiani politicizzati fino al midollo, naturalmente affiliati all’ineffabile sinistra radical chic, che si atteggiano a membri, per di più autonomi, del Collegio Celeste presieduto da Nostro Signore nel giorno, quando sarà, del Giudizio Universale.
Hamas è crudele, “ma” per Putin gli israeliani fanno peggio: “L’assedio di Gaza è inaccettabile”. Hamas ha fatto ciò che ha fatto, “ma” questa enorme tragedia “è il risultato diretto delle politiche fallimentari americane in Medio Oriente”. E ancora: Israele è stata attaccata “con una brutalità senza precedenti” , “però” adesso “la questione va risolta pacificamente”.
Cosa dire? Perfino lo scemo del villaggio, se ascoltasse Putin ripensando a ciò che ha fatto e continua a fare in Ucraina, finirebbe col chiedersi: “Ma questo ci è o ci fa?”.
Ci fa, caro amico del villaggio. E lo fa spudoratamente dal suo abituale pulpito di cinica ipocrisia, avendo come unico obiettivo quello di distruggere l’Occidente: guarda caso, lo stesso obiettivo di Hamas, dell’Isis, e più in generale del terrorismo islamico.
Peccato, con tutto il rispetto, che Papa Francesco non abbia ancora pensato – diciamo così – di avviare il processo di beatificazione per Oriana Fallaci: lei aveva capito prima e meglio di tutti il significato profondo di quell’11 settembre. Inascoltata.

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