IL CORSIVO – Il crocefisso e la signora preside

Nel 2021, ossia due anni fa, non un secolo fa, la Corte di Cassazione si è espressa con chiarezza cristallina sulla questione-discordia dei crocefissi nelle scuole. La sentenza dice che l’aula di una classe “… può accogliere la presenza del crocefisso quando la comunità scolastica interessata valuti e decida in autonomia di esporlo, eventualmente accompagnandolo con i simboli di altre confessioni presenti nella classe e in ogni caso ricercando un ragionevole accomodamento tra eventuali posizioni difformi“.
Nelle aule della scuola media “Focherini” di Carpi il crocefisso c’è sempre stato, come del resto c’è nella quasi totalità delle scuole italiane. Alla “Focherini” testè citata i crocefissi, all’improvviso, sono tutti scomparsi. Autrice della “strage” è la dirigente scolastica Federica Ansaloni. La quale, sicura di sé oltre ogni ragionevole dubbio, ha deciso di fare piazza pulita del simbolo classico e paradigmatico del Cristianesimo in occasione – com’ella stessa ha raccontato – di alcuni lavori di ristrutturazione dei locali dell’istituto. “Questo è il momento buono – avrà pensato fregandosi le mani – per liberarci di questo impiccio che ricorda Gesù Cristo”.
Se non è stato letteralmente tale il suo pensiero, di certo al personale scolastico molto contrariato ha replicato così: “Il crocefisso è un simbolo religioso. Qui siamo in una scuola, non in una chiesa”. Ed ha ragione quando afferma che la scuola è scuola e la chiesa è chiesa.
Alla preside, però, sfugge un dettaglio tutt’altro che marginale. La scuola non è una chiesa, ma non è nemmeno un regime autoritario o totalitario, scelga lei quale più l’aggrada.
Ella, di fatto, non avendone il “potere”, si è comportata esattamente come se fosse a capo di un regime autoritario o totalitario. Invece è vietato, Signora preside: è vietato! Lei è a capo di una scuola in un Paese democratico. Capisce cosa vuol dire democratico? Significa che lei non può svegliarsi una mattina, magari per la fretta non prende il caffè, ancora mezza addormentata varca la soglia dell’istituto e d’istinto elimina i crocefissi perché le dà fastidio il segno della croce. Liberissima di non farlo, il segno della croce. Faccia tutti i segni che vuole, invochi pure i suoi dei e simboli annessi e connessi, se ciò le provoca piacere e senso di liberazione da ogni diavolo che ha per capello. L’unica cosa che lei non può fare è togliere i crocefissi dalle aule e da ogni altro luogo della scuola senza prima interpellare la comunità scolastica. Glielo dice la Corte di Cassazione. Abbia la premura di leggere, e di pensare, prima di agire: è così che usa fare nelle comunità civili e democratiche. Altro è l’autoritarismo. Altro è il totalitarismo. Rifletta, Signora preside: rifletta!

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