Fascino d’autunno
Ripensando ad Atripalda, mi pare a volte di risentire quel suo clima umido e nebbioso, immancabile all’arrivo dell’autunno. Avvertivamo puntualmente, per le strade del Paese, quel diffuso odore del vino in fermentazione che rallegra l’animo.
E c’era anche la bellezza di quelle rossastre nubi vespertine.
Il quadro incantato della stagione di San Martino si poteva godere anche ad Atripalda e faceva accrescere il nostro amore per il Paese.
Col suo autunno, la natura ci regalava, meravigliosamente, la delicata attesa di un inverno che si avvicinava anche col suo odor di neve.
Ma intanto una strana “mestizia” ci visitava il cuore, specialmente per il passare dei giorni.
Era ciò che avremmo desiderato si ripetesse per sempre, poiché da quell’emozione ricevevamo un inconsueto, inspiegabile benessere immateriale.
Infatti l’autunno riproponeva a noi studenti, con la riapertura della Scuola, l’incontro di compagni ed anche di nuovi docenti, con un’inspiegabile ma piacevole ansietà per il nuovo anno scolastico che si annunciava; e con i nuovi libri di testo su cui studiare, portati stretti dal noto elastico.
La memoria, ora, ti ripresenta, come in un remoto film, i momenti migliori di quell’inizio; te li fa rivedere; e ciò, anche se non sempre, ti fa bene.
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