IL CORSIVO – La Meloni e il miracolo della Resurrezione
Giorgia Meloni ha ragione quando dice, come ha fatto anche a Torino tirando delicatamente le orecchie alle Regioni, che bisogna impegnarsi molto di più per spendere meglio le risorse destinate alla Sanità. Ma ha almeno la stessa dose di torti quando afferma, come ha fatto sempre a Torino, che la Sanità resta una scelta prioritaria di questo governo ma non ci sono risorse e perciò bisognerà stringere la cinghia.
In buona sostanza, la sua è una contraddizione in termini solo apparentemente ragionata. In altri termini è un abile gioco politico di parole che non sottace il problema ma a stento lo affronta, soprattutto non lo risolve.
È del tutto chiaro, e non certo da ieri, che l’intero sistema sanitario ha bisogno di una riforma radicale che si basi, va da sé, sull’uso razionale e responsabile delle risorse, certamente in gran parte oggi sperperate per colpa conclamata di molti governi, in modo particolare di quelli di centrosinistra. Sicché farebbero bene Schlein e compagni a starsene buoni e zitti invece di puntare il dito e tranciare giudizi.
Epperò non si cambia un sistema in quattro e quattr’otto come se fosse la ruota di un’auto. Serve tempo. Ma intanto non si può attendere quel tempo senza dare ossigeno all’ammalato. Perché così l’ammalato crepa.
Insomma, la terapia immaginata dalla Presidente del Consiglio – oggi pensiamo a spendere bene, ma senza risorse aggiuntive – per le condizioni in cui il paziente Sanità si trova significa, pari pari, mandarlo al creatore.
Peccato che la Premier non abbia tenuto in nessun conto la proposta molto pensata e saggia di Carlo Calenda: “Il sistema sanitario è allo sbando, a Meloni ho detto facciamo un investimento: dei 14 miliardi del deficit, 10 mettiamoli sulla Sanità”.
Niente da fare. Sembra che la Presidente del Consiglio sia convinta che si possa curare il cancro del sistema sanitario con l’aspirina. Sembra non abbia capito che il paziente Sanità sta per collassare. Che si fa: aspettiamo che muoia e poi si vede?
Ci perdonerà Giorgia se osiamo ricordarle che, negli ultimi duemila e rotti anni, il miracolo della resurrezione dei morti, peraltro usando soltanto due verbi e una congiunzione, è riuscito soltanto a Una Persona ancorché Trina: si chiamava Gesù Cristo.
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