IL CORSIVO – Proposta indecente (a Giorgia Meloni)
“Trovo incredibile che già sia partita la campagna elettorale per le Europee e che le scelte di oggi (nelle politiche per l’immigrazione e per l’economia) siano solo indirizzate ad ottenere il miglior risultato in quel voto. Intanto una considerazione: possibile che questo accada a nove mesi dall’apertura delle urne avviando così una lunghissima ed estenuante corsa elettorale? Il voto per il Parlamento Ue ha segnato passaggi importanti per alcuni leader (vedi i successi di Matteo Renzi e Matteo Salvini) che si sono sentiti inebriati dalle vittorie, salvo poi calare velocemente. Finora però il clima di eccitazione scattava due-tre mesi prima del voto e non con un anticipo tanto largo… C’è poi una questione più generale: se l’alleanza di centrodestra punta, come sostiene ripetutamente, a governare per cinque anni, che senso ha procedere per strappi invece che programmare la migliore manovra economica possibile, date le difficili condizioni di bilancio, attuare il Pnrr (gli unici investimenti certi e finanziati), trattare con l’Europa politiche razionali e condivise per l’immigrazione? Tutto sembra invece indirizzato a difendere e allargare il proprio fortino: a costo di immaginare scenari irrealizzabili (quello di un’Europa governata da popolari, conservatori e destre è già caduto) oppure tessere alleanze finalizzate solo a mettere in difficoltà l’alleato di governo e rubargli consenso. Lo stesso discorso vale per l’opposizione…”.
L’incredulità (nell’incipit) e la domanda decisamente retorica che ne segue e che avete appena lette sono firmate, assieme ad altre coerenti considerazioni, dal direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana. Che risponde ad un lettore, il quale, anch’egli retoricamente, si chiede e chiede: “È normale che si viva una perpetua campagna elettorale in Italia? Dalle dichiarazioni di molti politici vedo uno sguardo alle prossime elezioni Europee. Il nostro Paese si può permettere tutto questo?”.
Fin qui i virgolettati tratti dal Corsera di ieri. Della campagna elettorale avviata con 9 mesi di anticipo principalmente da Matteo Salvini e da Elly Schlein, ho scritto nei corsivi di ieri e di domenica.
Oggi, alla luce delle razionalissime riflessioni del direttore Fontana, che sarebbe impossibile non condividere dalla prima all’ultima parola, aggiorno ed integro quei due corsivi azzardando una proposta, dichiaratamente indecente, alla Premier, Giorgia Meloni.
Eccola. Dal momento che appare scontato ogni oltre ragionevole dubbio che tutta l’ammuina di Salvini è mirata ad acchiappare qualche voto in più alle prossime Europee, giusto per dare prova innanzitutto a se stesso di esistere, non potrebbe Giorgia, di grazia, impegnarsi a “regalare” a Matteo un punto percentuale del prossimo risultato elettorale di Fratelli d’Italia, ovvero il doppio, cioè lo 0,5%, di quanto la Lega riuscirebbe a guadagnare alle elezioni di giugno 2024 mettendo in campo il massimo delle sue forze ed esponendo tutti i rosari e i santini cui il leader legista fa ricorso quando va in eccitazione mistica? La proposta, assolutamente decente nella sua seconda parte, prevede che Salvini debba stare zitto da subito fino a quando non sarà deposta l’ultima scheda nelle urne delle prossime Europee.
Rifletta, la Premier, Rifletta!
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