IL CORSIVO – Draghi e il “non pensiero” di Salvini

Quando il vento si alza, il mare comincia ad agitarsi un po’ troppo, la barca vacilla, l’orizzonte appare incerto e l’approdo diventa sempre più problematico, allora chiamano lui. Chiamano Mario Draghi, l’economista che ha guadagnato la stima e la fiducia del mondo, non per ciò che ritiene di saper fare, ma per le cose che ha già fatto.
Da penultimo lo chiamò il Presidente Sergio Mattarella. La barca italiana, condotta da una ciurma di capi politici pieni di sé e di null’altro, stava per schiantarsi rovinosamente contro gli scogli, e Mattarella diede fondo a tutta la sua esperienza, alla sua saggezza, alla sua onestà intellettuale, alla sua impareggiabile “italianità” e convinse il Migliore che avessimo a disposizione per tirare il Paese fuori dai guai ed imporlo all’attenzione internazionale come Stato affidabile, dignitoso e sicuramente capace di affrontare con successo la tempesta.
Adesso lo ha chiamato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per chiedergli di accettare l’incarico di elaborare un rapporto sul “futuro della competitività europea”. Perché la presidente si sia rivolta proprio a lui è presto detto. È di qualche giorno fa un articolo-analisi firmato per l’Economist in cui Draghi lancia l’allarme. In buona sostanza, l’ex Premier italiano ed ex guida della Bce ha avvertito che, nel nuovo contesto competitivo mondiale, l’Ue non può pensare di tornare alle regole del passato: se così facesse, correrebbe il rischio di non avere futuro. Insomma, un quadro inedito di dinamiche economiche, sociali e culturali che richiede un diverso “pensiero” strategico per non finire ai margini dei processi decisionali.
La notizia dell’incarico a Mario Draghi è stata accolta in Italia con un coro di consensi da parte di tutte le forze politiche. Seppure con un pizzico di acidità sulla lingua, perfino il M5S ha dovuto ammettere che non poteva esserci scelta migliore. E tuttavia non è mancata, nel coro, la stecca dell’inguaribile solista leader della Lega e vice-Premier Matteo Salvini. A chi gli ha chiesto cosa ne pensasse della Grande Novità ha risposto: “Non penso!”. Molto probabilmente a sua insaputa, una volta tanto Salvini ha confessato il suo limite politico in cui spesso inciampa: quello di parlare senza pensare.

I commenti sono chiusi.