IL CORSIVO – Caivano e le pezze a colori di Conte
Intervista del Corriere della Sera (Monica Guerzoni) al Capo del M5S Giuseppe Conte.
Tra le altre domande, una sui fatti di Caivano. Eccola.
La Premier Meloni rivendica di aver messo la faccia a Caivano e accusa i predecessori di aver abbandonato le zone franche. Lei non condivide nemmeno la stretta sulla criminalità giovanile?”.
La risposta: “Sono stato più volte a Caivano a riflettori spenti, quando Don Patriciello era solo. Al disagio sociale si risponde con i servizi e con il lavoro dignitoso per togliere manovalanza alla mafia. Il reddito di cittadinanza serviva anche a questo. La stretta contro condotte gravi di minorenni diventa inutile se il governo affama i cittadini delle periferie, regalando terreno a illegalità ed emarginazione”.
Cosa dire? Conte è insuperabile nel trovare le pezze a colori. Non gli fa specie, ove occorra, nemmeno di utilizzare la banalità pur di adeguare il “colore” alla demagogia spicciola che sempre più spesso e volentieri sostiene i suoi attacchi politici, ieri al Pd (ricordate?) oggi al resto del mondo.
Nel caso specifico, c’è un fatto incontrovertibile. A parte i ringraziamenti alla Premier Meloni, Don Patriciello ha lamentato, non solo stavolta, proprio l’assenza dei precedenti governi nelle aree del degrado che sono state lasciate in mano alla camorra. Ed ha parlato della “solitudine” sua e di chi sta in trincea in quella guerra.
Ora Conte afferma di essere stato a Caivano a riflettori spenti quando Don Patriciello era solo, ovvero quando a capo del governo c’era lui, prima allegramente con la Lega e poi con il Pd, altrettanto felicemente fino allo sfratto da Palazzo Chgi.
Sicché la domanda che andrebbe fatta al Capo grillino è la seguente: visti i risultati delle sue frequenti visite (da Premier) in quei luoghi, a fari spenti o accesi che fossero, cosa ci andava a fare a Caivano, una pizza e una birra, oltre ai voti per il regalo del reddito di cittadinanza anche a chi era ed è rimasto nelle file della manovalanza camorristica?
Insomma e in conclusione, giusto per stare alle pezze a colori, non ritiene l’Onorevole Conte che ci voglia molto coraggio per dire le cose che dice senza arrossire nemmeno un pochino?
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