IL CORSIVO – La manovra di Bilancio? “Chi ’a vo’ cotta e chi ’a vo’ cruda”
Tra una ventina di giorni ci sarà l’aggiornamento dei conti sulla cui base sarà definita la manovra di Bilancio. Per ora c’è una sola certezza, come osservava ieri sul Corsera Mario Sensini: le richieste dei partiti arrivano a sfiorare i 40 miliardi di euro, a fronte della disponibilità di soli 8,5 miliardi.
Al riguardo, mi è tornata alla memoria una simpatica storiella. In pieno agosto, oltre trenta gradi perfino a sera inoltrata, una prostituta napoletana attendeva clienti vicino al fuoco (di richiamo) acceso sul ciglio della strada. Si fermò un’auto, ne scese un signore di mezza età che molto gentilmente chiese alla donna: “Scusate la mia curiosità, ma perché con questo caldo ve ne state vicino al fuoco?”. Lei, senza scomporsi, e con altrettanta gentilezza, rispose in dialetto: “Signo’, e che ‘nce vulite fa: ccà c‘arriva chi ‘a vo’ cotta e chi ‘a vo’ cruda!”.
Con tutto il rispetto per i Signori Ministri e i Signori Onorevoli della maggioranza governativa, le loro richieste somigliano molto alla morale restituita dalle parole di quella ironica e intelligente donna vicino al fuocherello in agosto. Ci sono i rappresentanti della Lega – si fa per dire – che pretendono di far rientrare nella manovra più soldi per rifinanziare il taglio del cuneo fiscale a sostegno dei redditi più bassi, e per una nuova riduzione delle aliquote e delle imposte. Ci sono i rappresentanti di Forza Italia e di Fratelli d’Italia che chiedono più soldi per la sanità ed altri ad appannaggio delle famiglie in difficoltà e della natalità. Tutte cose giuste, per carità, ma che comunque rispondono alla narrazione di “chi ‘a vo’ cotta e chi ‘a vo’ cruda”.
La questione, in estrema sintesi, è che questi Onorevoli Signori non si rendono conto che il miracolo di moltiplicazione dei pani e dei pesci sembra riuscito una sola volta nella Storia dell’Umanità, e lo fece, se effettivamente fu fatto, un Tale che si chiamava Gesù ed era strettamente imparentato con il Padreterno.
Insomma, stando le cose come stanno, non sarebbe una sorpresa se alla fine dovessimo scoprire che Lor Signori Ministri e Onorevoli a vario titolo si siano convinti d’essere essi stessi tanti piccoli padreterni scesi in terra.
Al riguardo, mi è tornata alla memoria una simpatica storiella. In pieno agosto, oltre trenta gradi perfino a sera inoltrata, una prostituta napoletana attendeva clienti vicino al fuoco (di richiamo) acceso sul ciglio della strada. Si fermò un’auto, ne scese un signore di mezza età che molto gentilmente chiese alla donna: “Scusate la mia curiosità, ma perché con questo caldo ve ne state vicino al fuoco?”. Lei, senza scomporsi, e con altrettanta gentilezza, rispose in dialetto: “Signo’, e che ‘nce vulite fa: ccà c‘arriva chi ‘a vo’ cotta e chi ‘a vo’ cruda!”.
Con tutto il rispetto per i Signori Ministri e i Signori Onorevoli della maggioranza governativa, le loro richieste somigliano molto alla morale restituita dalle parole di quella ironica e intelligente donna vicino al fuocherello in agosto. Ci sono i rappresentanti della Lega – si fa per dire – che pretendono di far rientrare nella manovra più soldi per rifinanziare il taglio del cuneo fiscale a sostegno dei redditi più bassi, e per una nuova riduzione delle aliquote e delle imposte. Ci sono i rappresentanti di Forza Italia e di Fratelli d’Italia che chiedono più soldi per la sanità ed altri ad appannaggio delle famiglie in difficoltà e della natalità. Tutte cose giuste, per carità, ma che comunque rispondono alla narrazione di “chi ‘a vo’ cotta e chi ‘a vo’ cruda”.
La questione, in estrema sintesi, è che questi Onorevoli Signori non si rendono conto che il miracolo di moltiplicazione dei pani e dei pesci sembra riuscito una sola volta nella Storia dell’Umanità, e lo fece, se effettivamente fu fatto, un Tale che si chiamava Gesù ed era strettamente imparentato con il Padreterno.
Insomma, stando le cose come stanno, non sarebbe una sorpresa se alla fine dovessimo scoprire che Lor Signori Ministri e Onorevoli a vario titolo si siano convinti d’essere essi stessi tanti piccoli padreterni scesi in terra.
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