Autostrada A16, l’appello da Avellino: autostrada rischiosa va messa in sicurezza

Dopo 54 anni di esercizio, il tratto irpino dell’autostrada Napoli-Bari presenta molte criticità sul versante della sicurezza. Dall’analisi dei tecnici l’appello del comune di Avellino: servono terza corsia e più manutenzione

Una “terza corsia” è necessaria per la sicurezza dell’Autostrada A16 soprattutto nel tratto che attraversa le Aree Interne dell’Irpinia, del Sannio e della Daunia. A dieci anni dalla strage di Acqualonga, a cinque dal crollo del Ponte Morandi di Genova, il Comune di Avellino chiede un ‘tagliando sicurezza’ per l’Autostrada A16 tra Pomigliano e Candela. Inaugurata 54 anni fa nella sua interezza, dopo essere stata aperta nel 1966 nel segmento Napoli – Avellino, l’autostrada che unisce Adriatico e Tirreno va consolidata e adeguata al rango che ad essa compete. Attraversamento strategico longitudinale rispetto al corridoio europeo delle merci tra Mediterraneo e Scandinavia,  l’A16 è una risorsa imprescindibile per lo sviluppo delle Aree Interne, della Campania e dell’intero Mezzogiorno. Secondo Emma Buondonno, assessore all’Urbanistica del Comune di Avellino, la funzione del trasporto su gomma non cesserà con l’inaugurazione dei grandi assi ferroviari, come l’alta velocità/capacità della Napoli Bari, ma rafforzerà in un gioco di complementarità la propensione alla crescita economica del territorio, pronto da sempre con le sue vocazioni naturali alla sfida globale dei mercati produttivi. Partendo dalla relazione allegata al programma di revisione del Puc, Buondonno e l’Amministrazione presieduta da Gianluca Festa, intendono aprire un canale di dialogo con la Provincia di Avellino e gli altri enti locali d’Irpinia e Sannio, compiendo un primo passo, unire le Aree Interne su un progetto condiviso. In questo scenario, troveranno terreno fertile nella Provincia di Avellino, che con il Presidente Rizieri Buonopane segue da tempo l’ipotesi di intervenire sulla rete viaria extraurbana del capoluogo, per migliorare sicurezza e funzionalità della mobilità all’interno dell’Area vasta.

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