IL CORSIVO – LE GUERRE A PERDERE DI ELLY SCHLEIN
Alla manifestazione di Napoli contro l’Autonomia, la segretaria del Pd, Elly Schlein, ne ha “fatte” due, una peggiore dell’altra.
La prima, nei confronti dei militanti del suo stesso partito, quando ha finto di ignorare l’assenza annunciata e ragionata del governatore De Luca e dei deluchiani della Campania, i quali, piaccia o meno alla leader dem, sono maggioranza più che assoluta. Aveva l’occasione, Schlein, di riunificare il partito con due semplici, doverose mosse: 1) Scusarsi con De Luca per averlo liquidato, appena eletta, come “capobastone” del Pd campano, e facendo seguire alle scuse l’impegno per l’immediata celebrazione del congresso regionale. Ha preferito invece acuire lo scontro dicendo: “Il partito é qui”, ovvero mentendo sapendo di mentire; e ribadendo che il congresso in Campania si farà soltanto dopo le elezioni europee, ovvero comunicando in buona sostanza a De Luca che la padrona del partito é lei e che lui non conta niente. Poco importa, tra l’altro, se la tessera del Pd il governatore della Campania ce l’ha da quando il Pd è nato, a differenza della Schlein che si è tesserata qualche minuto prima di candidarsi alla segreteria nazionale. 2) Non dimenticare che sabato ella era a Napoli per la battaglia contro l’Autonomia, ovvero per la questione che da due anni ha visto (e ancora vede) proprio De Luca in trincea, a fronte di un Pd nazionale che si è svegliato soltanto un paio di settimane fa. Ecco, ancora qui, invece di dire: “Grazie De Luca per aver capito con due anni di anticipo cosa stava accadendo, e due volte grazie per aver colmato l’assenza totale del partito”, Schlein ha ritenuto dare sfogo alla sua arroganza radical chic snobbando con il silenzio chi, nella guerra per demolire la riforma Calderoli, in tutto questo tempo ci ha messo la faccia, il tempo e il ragionamento intelligente, non gli slogan tanto al chilo e per di più molto tardivi.
La seconda gaffe, peggiore della prima, la segretaria Pd l’ha fatta nei confronti della politica, dimostrando di aver smarrito il senso della realtà, quando – pur di gridare qualcosa di scontato e ad effetto nella piazza di Napoli – ha detto: “A Giorgia Meloni vorrei dire una cosa da qui: non si governa contro gli italiani, ma si governa per gli italiani”.
Presto detto perché di colossale gaffe si tratti. Fosse vero che la Meloni, così per sfizio o per dispetto, ci stesse mettendo tutte le sue energie e volontà per governare “contro gli italiani e non per gli italiani”, di grazia – Onorevole Schlein – come si spiegherebbe che in tutti i sondaggi continuano ad aumentare sia il gradimento per la Premier che il consenso per Fratelli d’Italia, di cui Meloni è leader, mentre calano gradimento per la segretaria dem e consenso per il Pd?
Tentiamo noi una spiegazione “estrema”: alla luce dei sondaggi testé ricordati, pur volendo ammettere che il governo Meloni stia governando non “per” ma “contro” gli italiani, la conseguenza logica sarebbe che l’opposizione sta facendo molto peggio di chi governa.
La morale: tacere fa sempre meno danni che parlare a vanvera.
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