Da discarica di rifiuti a discarica elettrica: l’Alta Irpinia preda delle pale eoliche chiede freni
I comitati civici contro l'eolico selvaggio consegnano ad Avellino un dossier a Luigi De Magistris rappresentante nazionale di Unione Popolare. Intanto 440 intestatari di terreni pubblici e privati sono stati raggiunti da notifica di esproprio per la costruzione del cavidotto collegato al parco eolico di Frigento
Non c’è speranza per l’Alta Irpinia: da sito individuato per la maxi discarica di rifiuti a discarica elettrica. Una rappresentanza dei comitati civici che si oppone all’eolico cosiddetto “selvaggio” nella parte alta della provincia prepara un dossier da consegnare ai rappresentanti di Unione Popolare e al portavoce nazionale Luigi De Magistris.
La transizione energetica del Paese non può avvenire sacrificando le aree marginali del Mezzogiorno d’Italia. Soltanto nel recente progetto di costruzione del parco eolico di Frigento Taverna del Re da 39,6 MgW, sono 440 gli intestatari dei terreni tra pubblici e privati soggetti ad esproprio per la costruzione del cavidotto collegato che attraverserà i comuni di Rocca san felice, Guardia Lombardi, Sturno e Bisaccia.
L’incontro presso la sala blu del carcere borbonico “Irpinia: tra illusioni e realtà” offrirà spazio ai comitati altirpini per denunciare le aggressioni delle società del vento e il consenso assenso della Regione Campania. Non solo. L’accelerazione delle politiche nazionali sull’autosostentamento energetico non può asfaltare interi territori e sottrarre prospettiva di crescita ad una già debole e precaria agricoltura.
Delle decine di autorizzazioni di nuovi parchi che ogni giorno si registrano nei comuni, si aggiungono gli espropri per la costruzione di sottostazioni, elettrodotti e cavidotti. Il Governo deve porre un freno e regolamentare le autorizzazioni, e la Regione Campania non può acquisire layout di progetti che non considerano le torri già esistenti.
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