Torri del vento lungo il tracciato della Via Appia, prossima al riconoscimento Unesco
Il progetto del Ministero della Cultura è in antitesi con quello dell’efficientamento energetico, che in alta Irpinia e su tutta la dorsale appenninica non solo coincide con il tracciato della Via Appia, ma potrebbe addirittura surclassarlo
La firma del Protocollo di Intesa per la candidatura all’iscrizione della Via Appia nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco non ha posto alcun argine alle società del vento, che di qui a breve potrebbero costruire un tracciato viario parallelo a quello della strada consolare, che si snoda da Roma a Brindisi per circa 900 km, e che rappresenta il modello per l’intera rete viaria romana, definita da Stazio “Regina viarum”.
La Via Appia è anche simbolo delle relazioni millenarie tra i popoli italici e quelli del Mediterraneo. Il progetto del ministero della Cultura è in antitesi con quello dell’efficientamento energetico, che in alta Irpinia e su tutta la dorsale appenninica non solo coincide con il tracciato della Via Appia, ma potrebbe addirittura surclassarlo. La incompatibilità è stata ampiamente denunciata dai comitati civici e sottoposta all’attenzione della Soprintendenza.
Ma i percorsi, quello di riconoscimento del patrimonio Unesco e quello di autorizzazioni dei parchi eolici sembrano camminare su due binari dello stesso treno. Nessuno solleva contrarietà di alcuna natura, né i vincoli preesistenti dal punto di vista culturale, architettonico e paesaggistico previsti dall’Unesco.
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