IL CORSIVO – Dissensi e controsensi di Elly Schlein

La cronaca, ridotta all’essenziale, è la seguente.
Sabato 21 maggio, Torino, Salone del Libro. In programma c’è, tra l’altro, la presentazione di un volume della ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella. Appena il tempo di cominciare e scatta il blitz del collettivo femminista “Non Una di Meno” e di un nutrito gruppo di “Extinction Rebellion”, accompagnato dal coro: “Ma quale Stato, ma quale Dio, sul mio corpo decido io”.
Di fatto, tra urla di contestazioni e occupazione della sala, viene impedito alla ministra-autrice l’esercizio d’elementare, sacrosanto diritto di esprimere le sue opinioni attraverso un libro. Un episodio gravissimo per il quale la Digos individua e denuncia all’autorità giudiziaria, per violenza privata, 29 attivisti dei succitati movimenti.
Fin qui il fatto. I commenti della politica non tardano ad arrivare: con Pd e M5S, paradossalmente ma senza sorpresa, a difendere l’indifendibile, e rappresentanti del governo a sottolineare l’atto di violenza nei confronti della ministra.
Ecco le due posizioni più significative dei vertici istituzionali e politici.
La Premier e leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “Quanto accaduto al Salone del Libro di Torino è inaccettabile e fuori da ogni logica democratica. Altrettanto inaccettabile è l’operazione dei soliti noti (il riferimento è a Pd e 5Stelle, ndr) di capovolgere i fatti, distorcendo la realtà e giustificando il tentativo di impedire a un ministro della Repubblica di esprimere le proprie opinioni. Come al solito, chi pretende di darci lezioni di democrazia non ne conosce le regole basilari”.
Ora il commento della leader Pd e capo dell’opposizione, Elly Schlein, arrivato nel corso del programma “In Onda” su La7: “In una democrazia si deve mettere in conto che ci sia il dissenso. Sta nelle cose, non riguarda mica solo chi sta al potere. Noi siamo per il confronto duro, acceso, ma è surreale il problema che ha questo governo con ogni forma di dissenso… Non so come si chiama la forma di un governo che attacca le opposizioni e gli intellettuali, ma quantomeno mi sembra autoritaria”.
Cosa dire? Di certo Giorgia Meloni non ha bisogno di difensori d’ufficio: sa farlo ottimamente da sé, e lo ha fatto. Tuttavia, le toppe che sempre più spesso la Schlein mette sui buchi che crea, forse a insaputa della sua stessa volontà, sono talmente menzognere, oltre che dozzinali, da non poter lasciare indifferente chiunque sia interessato alle patrie vicende politiche con sufficiente dose d’autonomia di giudizio.
Sicché, anche ammesso, epperò di certo non concesso, che il governo in carica abbia un “surrealistico problema con ogni forma di dissenso”, è piuttosto del tutto evidente il problema che la leader del Pd dimostra di avere, non con la capacità di dissertazioni sul dissenso ma, si scusi il bisticcio, con il “senso” della realtà.
In psichiatria definiscono “Pseudologia fantastica” la circostanza di un discorso sviluppato a perfezione però tutto fondato su una premessa sbagliata. Qui la premessa sbagliata del ragionamento della Schlein è quanto accaduto al Salone del Libro di Torino. Qui, al Salone del Libro, la ministra Roccella è stata vittima, non boia, dell’esercizio democratico del dissenso. Qui, per usare una metafora “plastica”, la narrazione della Schlein, ovvero il giudizio privo di senso della realtà, è perfettamente sovrapponibile con ciò che una certa sinistra, con arte sottile, tenta d’insinuare circa la tragedia dell’Ucraina: e cioè che Zelensky sia l’aggressore e Putin l’aggredito.
Altro che autoritarismo degli altri e “Noi invece siamo gli angeli”, Onorevole Schlein!

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