Zelensky a Roma e Salvini… scompare
Zelensky sabato a Roma, ricevuto in visita ufficiale al Quirinale, a Palazzo Chigi e in Vaticano. Un evento decisamente straordinario, nel contesto geopolitico attuale, che ha fatto risaltare ancor di più l’assenza nella Capitale del Vicepremier Matteo Salvini. Il quale, intervenendo sulle polemiche innescate dal caso, ha scritto: “Leggo ricostruzioni surreali in base alle quali io non sarei andato ad accogliere Zelenzky, ma ciò non è mai stato previsto. Gli incontri erano ai massimi livelli: Santo Padre, presidente del Consiglio e Presidente della Repubblica”.
Era stato (tra gli altri) il leader di Azione, Carlo Calenda, a dare rilievo alla mancata stretta di mano tra Salvini e il numero uno di Kiev, spiegando l’accaduto con la vicinanza a Putin espressa in passato dall’ex ed attuale ministro leghista. E ci ha pensato proprio il partito della Lega a replicare indirettamente a Calenda con la nota seguente: “Zelensky ha smentito di non aver voluto incontrare Salvini. Il Presidente ucraino ha messo la parola fine a menzogne e insinuazioni della sinistra italiana e dei suoi giornali”.
Cosa dire? Se la mettiamo sul serio, va ricordato che Zelensky non ha mai detto di non voler incontrare Salvini, ragion per cui non ha smentito un bel niente perché niente c’era da smentire. Sicché mai come questa volta “la sinistra italiana e i suoi giornali” non c’azzeccano un cavolo. Del resto è verità incontestabile che Salvini, sul caso Ucraina, abbia sempre fatto (e sbagliato) tutto da solo: dalle simpatie per Putin mai concretamente smentite, nemmeno dopo l’invasione, alla figuraccia cosmica del marzo 2022 in Polonia, dieci chilometri dal confine con l’Ucraina, quando il sindaco di Pprzemysl non volle riceverlo e gli gridò in faccia: “Ti regalo la maglietta del tuo amico Putin”.
Se invece la mettiamo sul faceto, diventa tutto più facile da spiegare. Il leader della Lega ha scelto di starsene in Lombardia, sabato, non perché non fosse stato previsto un suo saluto, magari soltanto un salutino toccata e fuga a Zelensky: chi avrebbe mai potuto impedire al vicepremier una stretta di mano al Presidente dell’Ucraina, occasione peraltro provvidenziale per chiarire ogni dubbio? Molto più semplicemente (e scherzosamente), invece, Salvini è “scappato” da Roma, nel giorno di un evento così solenne e carico di significato politico, proprio per evitare di prendersi un “cazzeatone” dall’amico del Cremlino.
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