La richiesta di autorizzazioni per parchi eolici viaggia a 30 istanze al giorno, aggredito il Sud
Il triangolo Irpinia- Puglia e Basilicata è la meta più ambita più ambita per due fattori: le rilevazioni anemometriche e un'agricoltura povera che spinge i privati a cedere i terreni per 5 mila euro annui
Le richieste di permessi per le torri del vento viaggiano a 30 istanze al giorno in tutta Italia, ma l’interesse per il triangolo Irpinia- Puglia e Basilicata è dettato non solo dagli anemometri che da 20 anni rilevano l’elevata ventosità, quanto dalla scarsa capacità degli agricoltori di resistere alle offerte delle imprese.
Qui a differenza di altre zone della Campania non si registrano coltivazioni intensive e gli appezzamenti di terra vocati alla cerealicoltura rendono troppo poco rispetto alle offerte presentate, che si aggirano dai 5 mila ai 10 mila euro annui.
Manca insomma un reale presidio del territorio, esposto alle prevaricazioni di chi investe cifre da capogiro. La possibilità di fare scudo da parte deegli enti locali è minata anche dalle trattative private tra multinazionmale e privati cittadini. Lo dimostra il caso del parco eolico di Guardia Lombardi, dove il comitato civico Fuori dale pale prepara il ricorso al tar.
Mentre il Comitato Voria di Vallata, come annunciato dal legale Nicola Cicchetti, ha presentato una interrogazione al Comune per sapere se intende presentare osservazioni alla richiesta di autorizzazione di un parco di 5 torri da 100 metri 7,2 megawatt di potenza. Qui due delle torri sono previste in un’area dove già insiste un parco da 5 aerogeneratori, a ridosso del casello autostradale di Vallata, e in una zona boschiva.
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