Stanotte (dell’8 Marzo) ho fatto un sogno. C’erano Giorgia ed Elly…

Stanotte ho fatto un sogno. Era l’8 marzo di quest’anno, cioè oggi. Festa della Donna.
La leader di Fratelli d’Italia e presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e la nuova segretaria nazionale del Pd, Elly Schlein, si incontrano, non per caso, su un’area di servizio dell’Autostrada Roma-Bologna, in territorio di Firenze, città d’arte ma anche d’antichi intrighi politici (talvolta decisamente benefici).
Niente ipocrite liturgie, niente abbracci e baci. E nemmeno strette di mano tanto per stringere. Soltanto un cordiale “Ciao, Giorgia”, “Ciao, Elly”. E subito dopo, ben al riparo da orecchie ed occhi altrui (si sono accomodate nell’auto di Giorgia, giunta lì, come Elly, senza autista), cominciano a parlarsi. Nel sogno le ascolto: le voci sono chiare, l’argomento decisamente interessante: materia da scoop.
Comincia Giorgia: “Vedi, Elly: io sono donna, sono madre, sono…”. L’altra la interrompe: “Lo so, Giorgia, lo so: anch’io sono donna e magari un giorno, se ne avrò voglia, sarò anche madre. Ma non siamo mica qui per questo: giusto?”. “Certo che no!”, incalza Giorgia. “Era solo per dirti che tu ed io restiamo politicamente distanti anni luce…”. “Su questo – interviene Elly – nessun dubbio: infiniti anni luce. Però…”. Giorgia la interrompe: “Ci stavo arrivando, Elly. Ho riflettuto a lungo sulla proposta che mi hai fatto durante il nostro primo incontro. Mi sembra ragionevole. Sarebbe cosa buona e giusta, utile al Paese, prima ancora che a noi. Ma tu sei certa che te lo fanno fare? Ce l’hai la forza per farlo? O c’è il rischio che t’arriva, chessò, un Franceschini o un Prodi e ti dicono: Stop, Elly, stop?”. “Io la forza e il coraggio – risponde lei – ce l’ho. Tu, piuttosto, sei certa di averli? Non è che t’arriva, mettiamo, un Silvio o un Matteo e ti dicono: Stop, Giorgia, stop?”. L’altra risponde, ricorrendo a un po’ di romanesco: “Ndo vanno. Senza de me sò morti e seppelliti. Sò scheletri. Sò fantasmi! Non capisci che le cose si son messe in modo tale che quelli che stanno con me non possono toccare me e quelli che stanno con te non possono toccare te? Sò fregati, tutti. Se toccano me o te, si va alle elezioni anticipate e io me magno in un sol boccone Silvio e Matteo, e tu te magni il resto della parte tua, quelli del Pd, nuovi e vecchi, e quello, come si chiama?, l’Ugolino: quello che sta bene a sinistra, al centro, a destra, sotto, sopra tra le nuvole o le stelle, indifferentemente. Sò finiti, Elly: ora è il tempo nostro, il potere è donna!”. La segretaria Pd annuisce. Annuisce e le ridono gli occhi. È pronta per stringere il patto di ferro con Giorgia. Un patto già scritto e che ora, in quell’auto, devono soltanto sottoscrivere. Sono poche parole, riesco a leggerle: “Giorgia ed Elly, premesso che non c’è alcuna possibilità presente e futura di stare insieme al governo, s’impegnano ad elevare il confronto politico tra destra e sinistra dalla fogna nauseabonda in cui oggi versa ai livelli imposti dai valori fondanti della civiltà democratica, tutt’e due profondamente consapevoli dell’incommensurabile beneficio che ne trarrebbe la comunità nazionale. Letto approvato e sottoscritto: firmato Giorgia, firmato Elly”.
Stanotte ho fatto un sogno. Davvero un bel sogno. Era la notte dell’8 Marzo, Festa della Donna. Boh! Chissà!. Tuttavia, è bello sognare E, comunque, in questo gran casino ch’è diventata la politica italiana, po’ d’utopia non guasta. Anzi!
Buon 8 Marzo a tutte le Donne. Buona fortuna a loro due.

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