Eolico in Irpinia, Regione distratta sui ristori in sede di Via ai Comuni. Manca governance locale

Giulio De Simone esperto di fonti rinnovabili ribalta la tesi dell'occupazione di suolo selvaggio e della corsa sfrenata delle multinazionali nel vento. "Distinguere tra progetti candidati e autorizzazioni. Le aree non sono sature così come ha decretato il tar Campania"

L’Irpinia deve saper sfruttare il protagonismo nella transizione energetica attraverso una governance strategica in grado di guidare lo sviluppo e i processi di crescita correlati. Ribalta completamente la visione l’accademico irpino Giulio de Simone esperto di fonti rinnovabili che smantella il concetto di “incursioni selvagge da parte delle multinazionali e saturazione di suolo dovuto al numero esorbitante di torri del vento”.

Spetta dunque agli uffici regionali che si esprimono sulla valutazione di Impatto Ambientale nell’iter autorizzativo, a specificare le misure compensative delle opere da destinare ai comuni. Una specifica assente in moltissimi casi, che inasprisce i rapporti tra enti locali e multinazionali del vento.

“In Irpinia molti comuni hanno speso malissimo i soldi: sono stati assunti dipendenti tra amici e parenti e alla collettività non è andato nulla” denuncia De Simone. Per l’accademico irpino la miglioria da apportare riguarda l’impatto paesaggistico, che pure deve essere gestito dai territori.

Partita aperta dunque, in Regione Campania per la definizione dei ristori, e sui territori per ottenere vantaggi concreti sul costo dell’energia

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