Piscina di Avellino chiusa, ma riparte il contenzioso tra Comune e e privati
La piscina comunale è un capitolo aperto solo per la giustizia civile. Mentre l’impianto resta chiuso, l’ex gestore Cesaro rilancia in appello le sue pretese di 7 milioni per l’esproprio della struttura, mentre il Comune chiede 4 milioni per aver estinto il mutuo con il Credito Sportivo
La piscina comunale è un capitolo aperto solo per la giustizia civile. Mentre l’impianto resta chiuso, l’ex gestore Cesaro rilancia in appello le sue pretese di 7 milioni per l’esproprio della struttura, mentre il Comune chiede 4 milioni per aver estinto il mutuo con il Credito Sportivo L’Amministrazione comunale si è costituita in giudizio per resistere all’appello presentato dai privati, che chiedono un risarcimento di 7 milioni di euro per l’esproprio del centro natatorio il 29 ottobre del 2020. Il Tribunale di Avellino si era dichiarato non competente ad intervenire rispetto al primo ricorso presentato dal Gruppo Cesaro ‘per difetto di giurisdizione’. La Polisportiva aveva realizzato la struttura all’inizio del secolo sull’area dell’ex campo Pisa, dove all’indomani del sisma 42 anni fa furono allestiti i prefabbricati leggeri per gli sfollati. La piscina comunale è stata inaugurata vent’anni fa, Doveva essere il completamento della cittadella sportiva, accanto allo Stadio e al Paladelmauro, il centro natatorio, con tre piscine, palestre per ogni tipo di ginnastica e allenamento, dalla preparazione agonistica alla danza, al ballo alla riabilitazione motoria. Di tutto questo resta solo un contenzioso tra le parti, calcolando anche i soldi che il Comune ha versato al Credito Sportivo per liquidare il mutuo.
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