Il Comune di Avellino espropria la seicentesca chiesa dell’Addolorata

Il Comune di Avellino ha avviato le procedure per l’acquisizione della seicentesca chiesa della Santissima Addolorata, abbandonata da anni

Risale al 1630 la fondazione della Chiesa di Maria Santissima Addolorata, che il Comune di Avellino si prepara ad acquisire al patrimonio pubblico. L’ente ha avviato le procedure per l’esproprio del fabbricato con la cappella seicentesca originariamente di Santa Croce, edificata da una famiglia nobile del tempo, i De Vivo. La chiesa è ubicata in via Fratelli Troncone Aviatore, come recita la targa posta su una delle pareti perimetrali dello storico edificio. Sorge sul confine tra Avellino e Atripalda, non lontano dal cimitero comunale, alla confluenza sulle direttrici per i centri urbani delle due città, anticamente centro urbano unico. L’intervento del Comune rientra nell’ambito del programma di riqualificazione della porta orientale cittadina, l’ambito urbano identitaria di Avellino, rimasto in gran parte diroccato a seguito del terremoto di 42 anni fa. Le acquisizioni forzose, imposte da motivi di decoro e sicurezza pubblica, servono a risolvere il degrado di molti edifici, la cui proprietà si è dispersa tra innumerevoli eredi in molti casi nemmeno più residenti. È questo il caso della chiesa di Maria Santissima Addolorata, già oggetto di lavori di somma urgenza per la messa in sicurezza nel 2018. Il Comune acquisirà il bene, che in passato non è riuscito recuperare alla Curia, ma anche i suoli che rientrano nelle previsioni urbanistiche di nuove attrezzature alberghiere e ricettive.

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