Ad Avellino non sono bastati 22 anni per chiudere gli espropri del Centro Autismo
Non sono bastati 20 anni di scelte, pareri e delibere di 3 sindaci e 2 commissari per chiudere ad Avellino la pratica espropriativa del centro per l’autismo nella frazione di Valle. Le tappe di una vicenda iniziata nel 2000, più volte dichiarata conclusa
Ad Avellino non sono bastati 22 anni per chiudere gli espropri del Centro Autismo, ideato e programmato dalla giunta comunale per la prima volta il 18 aprile 2000, con il Sindaco Antonio Di Nunno. La pratica della realizzazione, dal finanziamento all’affidamento dei lavori, fino al completamento dell’opera, è passata attraverso interventi decisi da tre sindaci e due commissari prefettizi. Al di là dell’investimento pubblico, garantito dalla Regione Campania anche con risorse ministeriali, a complicare la storia di quest’opera è stata l’ubicazione a Valle, lungo via Serroni. Solo dopo 8 anni dalla prima delibera, nel gennaio 2008 lo strumento urbanistico oggi vigente – adottato nel 2003 come PRG e nel 2006 come PIANO URBANISTICO, ha inquadrato in maniera compiuta l’intervento nel contesto urbanistico. Questo ha condizionato la storia espropriativa dell’opera, in relazione soprattutto all’acquisizione dei suoli che oggi il Tar giudica ottenuti in maniera proceduralmente non corretta.
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