Pronto soccorso del Moscati, in Consiglio comunale una farsa smentita dai fatti e dalla giustizia amministrativa

L’unica fuga per la quale dovremmo indignarci, oggi, è quella dalla verità ordita da quanti non si fanno scrupoli a giocare sulla sanità, ovvero sulla pelle dei cittadini, per salvaguardare i propri personali interessi politici. La vergogna è tutta qui

Nessuna fuga, nessun veto al confronto a cui sottostare. Semplicemente l’indisponibilità ad alimentare una lettura strumentale e mendace della realtà, esclusivamente funzionale alla guerra solitaria che il sindaco di Avellino e i suoi alleati, vecchi e nuovi, stanno conducendo contro il governatore De Luca. E allora, forse, è necessario fare un po’ di chiarezza. Se i direttori generali di Asl e Moscati, Mario Ferrante e Ranto Pizzuti, hanno ritenuto di disertare il consiglio comunale monotematico sul pronto soccorso di Avellino è perché, semplicemente, non avevano alcuna ragione per presentarsi. Entrambi, nell’esercizio delle proprie funzioni, rispondono direttamente ed esclusivamente al governatore, e danno conto ai territori, alle comunità, dunque ai sindaci, con i rispettivi atti aziendali.

Avrebbero potuto accettare il confronto per ragioni di opportunità, per garbo istituzionale, nella misura in cui non fossero stati chiamati ad un processo sommario nelle vesti di imputati, da un sindaco che, come stabilito da una sentenza del Tar, sta scientemente portando avanti una battaglia contro l’ospedale della sua città. Ospedale il cui pronto soccorso, per utilizzare le parole del dottore San Severino, mai tenero con la Regione e presente alla discussione di ieri in consiglio comunale, soffre delle stesse criticità di tutti i pronto soccorso d’Italia, ovvero di una strutturale carenza di personale.

La verità è che l’azienda ospedaliera Moscati di Avellino è senza dubbio alcuno un’eccellenza nel panorama meridionale, un ospedale di cui dovremmo tutti esser fieri. Una verità che politicamente, evidentemente, non fa il gioco del sindaco di Avellino e dei nemici irpini del governatore, a partire da quei consiglieri regionali che ieri hanno promesso di portare la battaglia per la difesa del Moscati a Napoli. I quali non solo ignorano che il pronto soccorso del Moscati vive le stesse difficoltà che si rintracciano nel resto d’Italia, a partire dalle regioni settentrionali, ma ignorano anche che l’Asl non ha nessuna competenza riguardo l’azienda ospedaliera.

Ecco perché il direttore generale Ferrante ha reagito alla chiamata in correità al processo organizzato a Palazzo di città convocando tutti i sindaci della provincia di Avellino per ascoltare e raccogliere eventuali istanze dai territori a cui dare risposta, eccoci di nuovo al punto, nel prossimo atto aziendale. L’unica fuga per la quale dovremmo indignarci, oggi, è quella dalla verità ordita da quanti non si fanno scrupoli a giocare sulla sanità, ovvero sulla pelle dei cittadini, per salvaguardare i propri personali interessi politici. La vergogna è tutta qui.

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