Pronto Soccorso, Pizzuti e Ferrante non vanno in Consiglio comunale di Avellino. Il Tar, d’altro canto, ha già parlato chiaro

Il Direttore Generale del Moscati ha risposto all'invito del Presidente dell'assise comunale, Ugo Maggio, parlando di iniziativa inopportuna a ridosso della contesa elettorale. Dai vertici Asl silenzio eloquente. Sullo sfondo la verità sancita dalla giustizia amministrativa

Slitta ancora la seduta monotematica del Consiglio comunale di Avellino sul Pronto soccorso. Il manager del Moscati, Renato Pizzuti, ha inviato una missiva al Presidente dell’assise, Ugo Maggio, con la quale si è sostanzialmente detto indisponibile a partecipare alla seduta calendarizzata per lunedì prossimo, tenuto conto del particolare periodo, immediatamente a ridosso di una competizione elettorale. Come a dire che non si può fare campagna elettorale giocando sulla sanità, ovvero con la pelle dei cittadini. Contestualmente, il direttore generale dell’Asl, Mario Ferrante, sino ad ora non ha nemmeno ritenuto di rispondere all’invito del Presidente del Consiglio comunale ma sarebbe, a quanto si apprende, indisponibile come Pizzuti a parteciparvi.

Sullo sfondo resta la distanza siderale tra le dichiarazioni del sindaco di Avellino, che solo ieri l’altro si è nuovamente scagliato contro il governatore, a suo dire reo di aver chiuso il Landolfi di Solofra senza motivazioni adeguate e di aver, in tal modo, determinato il collasso del pronto soccorso della città ospedaliera, e quanto recita la sentenza del Tar in merito al ricorso presentato in prima battuta dalla vecchia amministrazione comunale di Solofra e in seconda battuta sottoscritta anche dal sindaco Festa.

I giudici hanno messo nero su bianco che le decisioni assunte da Palazzo Santa Lucia sul Landolfi accrescono le potenzialità dell’azienda ospedaliera Moscati e che, anzi, qualora le contestazioni del Comune di Solofra fossero state accolte proprio il Moscati avrebbe rischiato di perdere lo status di Dea di secondo livello. Insomma, se la Regione non avesse agito come ha fatto avrebbe danneggiato il Moscati di Avellino. In seconda battuta, il Tar ha sottolineato che il ricorso presentato dal sindaco di Avellino era del tutto inammissibile,  perché Festa non avrebbe dovuto appoggiarsi al ricorso di Solofra ma presentarne uno in autonomia. Un ulteriore spreco di danaro pubblico a danno dei cittadini avellinesi.

 

 

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