Calata del 30% la produzione di cereali in Irpinia
Fanno discutere i dati della produzione cerealicola diffusi dall’Ordine degli Agronomi della provincia di Avellino. I cambiamenti del clima, con ondate di calore e piogge violente alternate a periodi di siccità influiscono sull’agricoltura e sulla economia reale dell’Ufita e delle Aree Interne
È calata quest’anno del 30 per cento la produzione di cereali in Irpinia. Fanno discutere i dati della produzione cerealicola appena diffusi dall’Ordine provinciale degli Agronomi ad Avellino. I cambiamenti del clima, con ondate di calore e prolungati periodi di siccità alternati a piogge violente, influiscono sull’agricoltura e sulla economia reale dell’Ufita e delle Aree Interne. I mutamenti repentini del clima preoccupano il settore della cerealicoltura, un’eccellenza in Irpinia, con capacità di crescita sia quantitativa che qualitativa delle sue imprese. Nel corso di un recente convegno a Grottaminarda presso il Molino Scoppettuolo, il presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Avellino, Antonio Capone, ha presentato i numeri della produzione di grani e cereali, ricordando le forti potenzialità industriali del raccolto irpino, accanto a quelli tradizionalmente competitivi del Tavoliere delle Puglie e della Lucania. Dai grani del territorio si ottengono farine pregiate, ingrediente principe per la vera pizza napoletana, ma soprattutto si contribuisce alla produzione alimentare italiana di eccellenza. In questo scenario, Agronomi e imprese puntano su ricerca, nuove tecniche di gestione cerealicole e ottimizzazione degli input produttivi, per ridurre l’impatto del cambio climatico sulle produzioni.
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