L’inflazione colpisce più il Sud che il resto del Paese: crescita nettamente inferiore rispetto al Centro – Nord, crollo dei consumi in vista. Ecco le anticipazioni dell’ultimo rapporto Svimez

Il report calcola che nel Sud gli enti locali impiegano in media 450 giorni in più per realizzare le infrastrutture del Pnrr rispetto al Centro Nord. Un problema di natura strutturale che però si somma a quelli legati all’andamento dell’economia

«Se gli enti locali del Mezzogiorno non dovessero invertire il trend e rendere più efficiente la macchina burocratica avrebbero dei tempi estremamente stretti per portare a conclusione le opere nel rispetto del termine ultimo di rendicontazione fissato per il 2026”. Tanto si legge nelle anticipazioni dell’ultimo rapporto Svimez, che verrà pubblicato nella giornata di domani. Stando alle anticipazioni, il report calcola che nel Sud gli enti locali impiegano in media 450 giorni in più per realizzare le infrastrutture del Pnrr rispetto al Centro Nord.

Un problema di natura strutturale che però si somma a quelli legati all’andamento dell’economia: il Mezzogiorno non riesce a lasciarsi alle spalle la crisi innescata dalla pandemia e soffre molto più del Nord e del Centro gli effetti del caro-prezzi e della guerra in Ucraina. A fronte di una crescita media del Pil del 3,4 per cento nel 2022, quello del Mezzogiorno aumenterà solo del 2,8% rispetto al 3,4% del Nord-Ovest e al 4,7% del Nord-Est, ma in linea con il Centro. Nel 2023, però, il trend sarà ancora peggiore: con una media dell’1,5% il Pil del Mezzogiorno non arriverà neanche all’1%, contro l’1,9% del Nord-Ovest e l’1,4% del Nord-Est e questa volta un buon recupero del Centro, che si attesterà all’1,7%. Il divario permane anche nel 2024.

Le imprese del Mezzogiorno, spiega la Svimez, sono più esposte all’incremento incessante dei costi energetici. I costi dei trasporti nel Sud sono oltre il doppio che nel resto del Paese. Venendo al lavoro, il recupero dell’occupazione si fonda quasi esclusivamente su contratti di lavoro dipendente a termine e tempo parziale involontario. Questo determina maggiore incertezza, maggiore povertà, con conseguenze inevitabili sui consumi: più di un terzo delle famiglie del Mezzogiorno si colloca nel 20% delle famiglie più povere, l’asimmetria territoriale si traduce immediatamente in un maggiore impatto dell’inflazione e di riduzione della spesa.

In tale quadro, gli investimenti crescono più al Sud che al Nord: +12,2% contro il +10,1% del resto del Paese. Si tratta di un effetto combinato dei bonus pubblici che spingono l’edilizia e del Pnrr. Per gli interventi che riguardano la capacità produttiva, invece, il Sud rimane indietro di tre punti rispetto al Centro-Nord.

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