Covid a scuola, distanziamento e areazione le vere incognite in vista del nuovo anno. Lo dice un’indagine Gimbe

La limitata consapevolezza delle evidenze scientifiche porta a stanziare troppo denaro pubblico in attività di disinfezione delle superfici, senza destinare adeguati investimenti al miglioramento della qualità dell'aria

Secondo un’indagine di Fondazione Gimbe in collaborazione con l’Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola sul reale livello di implementazione delle principali misure di contenimento della pandemia Covid-19 nelle scuole italiane emerge con chiarezza i due veri nodi irrisolti riguardano il distanziamento e l’areazione degli spazi. L’indagine ha coinvolto oltre 6 mila dirigenti scolastici di ogni ordine e grado,

In due terzi delle scuole (66,6%) in classe è stato possibile mantenere la distanza di almeno 1 metro fra gli alunni, mentre a causa di limiti strutturali nel 6,4% non è stato possibile e nel 27% solo parzialmente, ovvero non in tutte le classi.

Per migliorare la ventilazione e l’aerazione in classe, invece, ci si è affidati al cosiddetto protocollo “finestre aperte” e in misura molto minore ad attrezzature per la purificazione e filtrazione dell’aria. Solo in 9 casi sono stati installati sistemi di ventilazione meccanica controllata. L’assenza di interventi strutturali in grado di garantire un’adeguata ventilazione ed aerazione è la ragione per la quale il prossimo anno scolastico difficilmente potrà essere affrontato senza ricorrere all’utilizzo delle mascherine. Il punto, secondo Gimbe, è che la limitata consapevolezza delle evidenze scientifiche porta a stanziare troppo denaro pubblico in attività di disinfezione delle superfici, senza destinare adeguati investimenti al miglioramento della qualità dell’aria.

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