La crisi di governo congela la riforma delle pensioni. Senza un intervento nel 2023 si tornerà alla legge Fornero
La via d’uscita potrebbe essere quella di prorogare temporaneamente Quota 102, che in sostanza è già una proroga Quota 100, strumento andato in pensione a fine 2021
La fine prematura della legislatura congela la riforma delle pensioni sulla quale il governo Draghi era a lavoro da tempo con l’obiettivo di garantire meccanismi di flessibilità in uscita e un impianto sostenibile saldamente ancorato al sistema contributivo.
Giova ricordare che a metà febbraio scorso il governo aveva aperto alla possibilità di andare in pensione prima dei 67 anni, in linea con le richieste dei sindacati, ferme restando le difficoltà relative al ricalcolo contributivo degli assegni pensionistici, dunque anche quelli dei lavoratori che rientrano ancora in parte nel sistema retributivo.
Molto difficilmente se ne parlerà prima del prossimo anno, visto e considerato che il prossimo governo avrà pochissimo tempo per intervenire. La via d’uscita potrebbe essere quella di prorogare temporaneamente Quota 102, che in sostanza è già una proroga Quota 100, strumento andato in pensione a fine 2021. Quel che è certo è che con la fine del regime transitorio di Quota 102, al 31 dicembre di quest’anno, dal 2023 si tornerebbe alla Legge Fornero, che prevede l’uscita dal mondo del lavoro a 67 anni e un’uscita anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi (uno in meno per le donne).
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