Bene l’indignazione contro i vandali: ma perchè il silenzio sulla delinquenza?
Ennesimo atto vandalico nel capoluogo. Presi di mira ancora una volta i cordoli della metro leggera. Sacrosanta l’indignazione espressa dal sindaco. Ma perché tanto silenzio dell’istituzione comunale e della politica cittadina su preoccupanti fenomeni delinquenziali, ultimi lo spaccio di droga e le condotte truffaldine in campo assicurativo?
Li ha definiti imbecilli il sindaco Gianluca Festa i ragazzi che durante lo scorso sabato sera si sono divertiti a prendere a calci i birilli delle corsie preferenziali della metro leggera. Il primo cittadino ha deciso di rilanciare il video pubblicato da y_avellino, che ha immortalato i vandali, definendo i protagonisti “un disonore per la città”. Uno sbotto, quello di Festa, derivante da una serie di atti vandalici che hanno colpito prima l’Eliseo, poi i bagni pubblici di piazza Libertà, e ultimamente due volte la metro leggera, anche se sono diversi e ripetuti nel tempo gli episodi simili. Gesti da condannare, dove è corretta e comprensibile la presa di posizione del sindaco, un monito con l’obiettivo di risvegliare la coscienza di tutti i suoi concittadini.
Festa che assume i toni del sindaco sceriffo ma che, come tutte le altre istituzioni, perde inspiegabilmente e all’improvviso la voce davanti a una inchiesta, come quella dei falsi incidenti, che ha messo in mostra un tristissimo spaccato del capoluogo. Perchè ha evidenziato, oltre alla spregiudicatezza di alcuni giovani criminali, anche la complicità e l’avidità di qualche professionista del capoluogo, medici e avvocati, ma soprattutto la disperazione di tanti, troppi cittadini, intere famiglie, minori e disabili inclusi, che si sono prestati alle truffe per poche centinaia di euro, arrivati perfino ad autolesionarsi, fino a spaccarsi i denti con tronchesi, trapani e tagliaunghie, pur di raggranellare qualche euro in più, andando a definire il contorno di quanto sia grave la condizione di povertà, di indigenza e di assenza di buone politiche sociali in città.
E diventa quindi insopportabile l’indifferenza delle istituzioni per un fenomeno che in città, così com’era accaduto per le aste giudiziarie, conoscono quasi tutti da anni, dove a cambiare sono solo alcuni protagonisti ma le modalità sempre le stesse, ma si deve attendere sempre l’intervento delle forze dell’ordine e della magistratura per scandalizzarsi. Stessa reazione, stesso silenzio, che si è registrato dopo gli ennesimi arresti per droga, che hanno mostrato una notevole diffusione di cocaina e crack in città: Avellino in questo non può essere considerata una anomalia rispetto al resto d’Italia, ma anomala è l’assenza di risposta di politica e istituzioni, soprattutto quando tra gli atti si ritrovano pure collegamenti ad affiliati al Nuovo Clan Partenio, spari di pistola nelle auto dei protagonisti, stesso humus criminale che si rinnova e ripete con estrema facilità e che ha alcuni volti che si sono presentati perfino alle ultime amministrative. Forse è l’imbarazzo il motivo del silenzio, quando invece dovrebbe essere la ragione per alzare ancor di più la voce.
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