Svolta storica al vertice del Consorzio di Tutela dei Vini d’Irpinia: la Presidenza a Teresa Bruno, sconfitto il fronte “Mastroberardino” in un clima di veleni e tensioni
Il Presidente uscente ha tentato di contestare l’esito, necessario l’intervento delle forze dell’ordine per il verbale. Gli sconfitti minacciano defezioni e meditano ricorso
Svolta storica per il Consorzio di Tutela dei Vini d’Irpinia. Ieri al Paladelmauro di Avellino si sono svolte le elezioni per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione e a prevalere è stata la lista a sostegno di Teresa Bruno, anima e volto di Cantina “Petilia”, su quella a sostegno di Marco Todisco, titolare dell’azienda vitivinicola “Femi’a”, ispirata da Piero Mastroberardino ed interprete di una linea in chiara e dichiarata continuità rispetto all’operato del Cda uscente presieduto da Stefano Di Marzo di Cantina “Torricino”.
In realtà le elezioni si sarebbero dovute tenere lo scorso 23 febbraio nella sala Grasso di Palazzo Caracciolo, ma incredibilmente l’assemblea e le operazioni furono congelate da una improvvisa comunicazione dell’Ufficio Affari Generali della Provincia con la quale si segnalava, in ragione delle misure di contenimento della pandemia da Covid – 19, che la capienza di sala era limitata a sole 15 persone. Ragione per la quale il seggio fu smontato e le elezioni rinviate.
Ieri, il secondo tempo di una partita ad altissima tensione preceduto da settimane di polemiche, con il fronte a sostegno di Todisco che ha provato in ogni modo a sfuggire alla contesa, anche con prese di posizione molto dure, sfociate proprio ieri nel discorso in assemblea di Piero Mastroberardino che ha candidamente minacciato defezioni qualora il risultato avesse premiato, così come accaduto, la lista Bruno.
Ma il vero colpo di scena è arrivato alla fine di una giornata estenuante, quando ormai a spoglio ultimato e a risultato acquisito e certificato da un organo terzo qual è Agroqualità, il Presidente uscente, Stefano DI Marzo, vicinissimo a Mastroberardino, ha evocato il comma 5 dell’articolo 2372 del Codice civile, sostenendo che i Consiglieri di Amministrazione uscenti non avrebbero potuto votare e che, dunque, sottraendo quei voti alla conta la vittoria andava riconosciuta a Todisco. Determinante, in ragione del meccanismo del voto ponderato, il sostegno di Feudi di San Gregorio alla lista Bruno, sostegno tra l’altro annunciato da tempo.
Immediata la contestazione del fronte a sostegno di Teresa Bruno, che ha immediatamente fatto notare al presidente uscente che l’articolo richiamato si applica alle società per azioni, non certo al Consorzio di Tutela, che nel corso di questi venti anni i consiglieri uscenti hanno sempre votato e che lo stesso di Marzo, nella giornata di ieri, ha partecipato alle operazioni di voto. Il risultato è che per la stesura del verbale sono dovute intervenire le forze dell’ordine.
La partita, tuttavia, per gli sconfitti non pare essere chiusa. Probabile un ricorso. L’ultimo grottesco colpo di coda di una triste commedia che molto ci racconta dei ritardi accumulati da un settore che dovrebbe rappresentare il traino di quel nuovo modello di sviluppo che questa terra rincorre a vuoto ormai da troppo tempo.
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