Omicidio Gioia, Elena incolpa Giovanni: ” Mi ha rovinato. Chiedo perdono alla mia famiglia”
L’omicidio Aldo Gioia. In aula per la prima volta sono stati ascoltati i due fidanzati killer Elena e Giovanni. La figlia di Aldo in lacrime ha chiesto perdono alla sua famiglia, scaricando le colpe del brutale assassinio su Giovanni: “Mi ha rovinato la vita, non avrei mai ucciso mio padre”le sue parole. Limata non si è voluto sottoporre all'interrogatorio, lasciando agli atti una lettera
“Non volevo uccidere papà, Giovanni mi ha rovinato. Chiedo scusa a mia madre e mia sorella, gli voglio bene, spero possano perdonarmi, farei di tutto per poter rimediare”. Si è conclusa così, tra le lacrime, la deposizione di Elena Gioia, figlia di Aldo, ucciso da 14 coltellate la sera del 24 aprile dello scorso anno. A sferrare quei colpi Giovanni Limata, il fidanzato di Elena, a seguito di un piano diabolico ordito dai due giovani.
Questa mattina nel corso del processo a loro carico, per la prima volta è toccato proprio ai due accusati raccontare la loro versione dei fatti. Dietro un paravento per evitare di incrociare lo sguardo del pubblico e dei familiari, Elena Gioia, incalzato dalle domande di avvocati e pm, ha ricostruito la vicenda, il suo rapporto con Giovanni e con i suoi genitori. La 18enne, parlando di sé, ha raccontato di aver quasi subito una violenza da piccola, di essere stata traumatizzata da questo episodio che gli ha causato molte fobie, e nei mesi precedenti all’omicidio di essere particolarmente irascibile, per una adolescenza segnata da bullismo e una malattia, la fibromialgia, che la costringeva ad assumere psicofarmaci. E il rapporto con Giovanni, spiega, l’avrebbe portata a rovinarsi.
Elena racconta come Limata fosse stato il suo primo ragazzo, ma ben presto, dice, si era accorta che non potesse essere la persona giusta per lei. Dice che Giovanni era aggressivo, che a volte la minacciava, fino a una volta in cui l’avrebbe colpita con uno schiaffo. “Spesso ci siamo lasciati”, ha continuato, “ma non riuscivo poi a stare senza di lui, non riuscivo a distaccarmi. Un po’ per il suo lato dolce, e in più lui mi faceva sentire in colpa perché non sapevo dargli quel che lui voleva”.
Elena descrive di aver avuto, fino all’adolescenza, un buon rapporto con i suoi, ma la relazione con Giovanni ha modificato l’affinità. Come le amiche infatti Aldo e Liana, la madre di Elena, hanno avvertito più la figlia che Giovanni non poteva essere la persona giusta e si erano opposti alla loro relazione, non permettendogli di vedersi continuamente. “Ero molto stressata da questa situazione, da una parte i miei, dall’altra Giovanni che mi pressava di continuo”. “Tua madre un giorno mi farà perdere il controllo, mi vergogno di avere a che fare con persone così schifose” le scrisse lui, mentre lei, in un momento di rabbia dopo una discussione familiare, ha detto a Giovanni che “avrebbe preferito non avere i genitori”. “Ci penso io”, le ha risposto lui.
Un rapporto morboso quello tra i due, fatto di continui messaggi, fino a 900 al giorno, e telefonate di due ore, per sostituire l’impossibilità di dormire assieme, negata dai genitori di lei, e la mancanza di rapporti intimi, che lei non voleva perché insicura.
In tutto questo ambiente, i due cominciano a ordire il piano diabolico, ma Elena sostiene di non ricordare nulla di quel periodo: “Ancora oggi, quando ci ripenso, è tutto confuso, ho come un blocco, non so come si sia arrivati fino a quel punto. Per me è ancora una cosa non reale”, ha concluso Elena
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