Riforma della Sanità Territoriale, prosegue il braccio di ferro tra De Luca e governo. L’accordo resta una chimera mentre il 30 giugno si avvina
Lo stallo va avanti dal 30 marzo e nemmeno le interlocuzioni di questi ultimi giorni hanno determinato le condizioni per un accordo. Il punto è che il tempo ormai stringe, visto che l’approvazione della riforma è tra le condizioni chiave per ottenere entro il 30 giugno il disco verde al Piano nazionale di ripresa e resilienza
Prosegue il braccio di ferro sulla riforma della Sanità territoriale nella Conferenza Stato-Regioni su cui è necessario raggiungere l’unanimità. Il nodo è sempre quello del personale ed il veto che ha congelato fino a questo momento il percorso di riforma è quello del governatore De Luca, secondo cui gli investimenti infrastrutturali e tecnologici non bastano a rendere attuativo il riassetto della medicina prospettato.
Detta altrimenti, per De Luca servono investimenti certi per assumere il personale necessario. A fronte degli 800 milioni di euro di fondi europei messi a disposizione del governo per realizzare 170 case di comunità non ci sono certezze sui fondi per il personale e per i costi connessi. A queste condizioni la Campania non è disponibile ad avallare il percorso di riforma ed è determinata, eventualmente, a ricorrere alla Corte Costituzionale.
Questa condizione di stallo va avanti dal 30 marzo e nemmeno le interlocuzioni di questi ultimi giorni hanno determinato le condizioni per un accordo. Il punto è che il tempo ormai stringe, visto che l’approvazione della riforma è tra le condizioni chiave per ottenere entro il 30 giugno il disco verde al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
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