Contratti scaduti, l’assistenza si blocca: caos nelle politiche sociali

Lo scandalo politico del Piano di Zona di Avellino fa registrare altri due colpi di scena. Sono scaduti i contratti dei dipendenti della coop Eco e l’assistenza si blocca, mentre le dimissioni dal Cda del vicesindaco di Tufo fa decadere il consiglio di amministrazione: servizi sociali bloccati e impantanati

“Nessuno resterà mai più solo”, lo slogan del sindaco Festa in merito alle politiche sociali, ribadito anche questa mattina davanti a cooperative e forze dell’ordine. Peccato che proprio al piano di sopra all’aula consiliare in cui si stava svolgendo la conferenza stampa, all’interno del settore dedicato ai servizi sociali, i cittadini non hanno più nessuno a cui potersi rivolgere.

Gli uffici di programmazione del piano di zona sono infatti vuoti, i dipendenti della Eco, la cooperativa a cui viene assegnato l’appalto ormai da circa dieci anni, sono stati mandati a casa dal direttore generale dell’azienda consortile Vincenzo Lissa. Questo perché il loro contratto è scaduto lo scorso 15 marzo e nessuno ha provveduto a prorogare i loro servizi oppure a sostituirli. Anzi, nessuno sembrava essersene accorto: a segnalare la vicenda sono stati i consiglieri di opposizione Dino Preziosi e Ettore Iacovacci, a quel punto Lissa non ha potuto fare altro che “sgomberare” gli uffici dai dipendenti.

Al secondo piano di palazzo di città restano solo gli assistenti sociali che fanno capo all’altra coop, la Ker, il cui appalto tra l’altro scade tra meno di un mese, ma gli uffici principali, quelli di coordinamento e programmazione dei servizi, sono chiusi.

Non solo, anche politicamente il piano di zona finisce nel caos: vincitrice di concorso in regione, il vicesindaco di Tufo Antonella Fabrizio si è dimessa dal Cda non riuscendo a coniugare entrambi gli impegni; non essendo riusciti, durante i mesi scorsi, a nominare gli altri membri per dissidi politici, in carica rimangono solo il sindaco di Avellino Festa e la rappresentante di Cervinara Marro: senza dunque più una maggioranza, il consiglio di amministrazione non può più deliberare e dunque decade. “Nessuno rimarrà più solo”, diceva Festa: e invece solo, senza dipendenti e Cda, c’è rimasto lui. E assieme a lui, tutti i cittadini bisognosi

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