La Video-intervista / 5 domande al Vice Presidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola

In questo video di 30 minuti troverete le risposte alle seguenti cinque domande:

1) Quasi 7 anni di governo regionale De Luca, gli ultimi due dei quali pesantemente condizionati dal Covid.

Ci dà un’istantanea della Campania di oggi, i punti di forza e le criticità?

2) Non siamo ancora usciti dalla pandemia e arriva la tragedia Ucraina. Non è questa la sede per parlare del barbaro massacro di quel popolo ad opera della Russia di Putin né per discutere di geopolitica.

La domanda è: quanto incideranno la congiuntura della guerra, le sanzioni applicate agli aggressor, la scarsità di materie prime di cui oggi possiamo disporre e soprattutto la grande questione energetica – antecedente alla guerra ma che la guerra ha ulteriormente aggravato – sul processo di sviluppo della Campania e dell’intera Italia?

3) Il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Quale filosofia e quali strategie hanno ispirato le scelte del governo regionale nella definizione dei grandi progetti finanziati? Di più: in che misura il governo regionale ha affrontato l’antica questione degli squilibri fascia costiera-aree interne?

4) Tra risorse del Pnrr e fondi strutturali europei non ci sono stati mai tanti soldi disponibili e pronto-cassa per la Campania (come per il resto del Paese). Ma sono sufficienti da sole le risorse finanziarie, che peraltro vanno spese in tempi più che normalmente “europei”? Abbiamo personale in quantità sufficiente e di qualità adeguata per adempiere con successo ai compiti previsti nell’ agenda di una sfida decisamente complessa?

5) Nei comunicati e conferenze stampa del ministro del Sud Mara Carfagna – la quale, come lei, è metà salernitana e metà irpina- si legge tantissimo “ottimismo della volontà” e un moderatissimo “pessimismo della ragione” rispetto al futuro prossimo e remoto del Mezzogiorno d’Italia, quindi anche della Campania. Per dirla con la metafora gramsciana, qual è al riguardo il suo sentimento prevalente: ce la faremo?

A prescindere da Gramsci, sul piano squisitamente della Realpolitik, qual è il suo pensiero al riguardo?

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