David: servizi assenti e il piano di zona taglia gli assistenti sociali
Il caso del giovane ghanese riaccende i riflettori sul disastrato piano di zona di Avellino. Servizio sociali assenti, ma intanto nella programmazione vengono tagliati altri assistenti sociali. La Regione bacchetta Festa, ma i sindaci continuano a essere impegnati solo in giochi di potere mentre viene negato aiuto ai cittadini in difficoltà
La storia di David è l’ultimo, in ordine temporale, grande fallimento del piano di zona e dei servizi sociali di Avellino. Non intervenire o non essere in grado di farlo, nei confronti di un giovane trentenne in fin di vita, dimostra ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, tutta l’inefficienza dell’ambito.
Come ha denunciato Don Vitaliano, il caso di Daivd rischia un epilogo simile a quello dei senzatetto Angelo e Luciano o quella dell’anziano Antonio Pugliese. Tutti morti nell’inerzia e indifferenza di un piano di zona praticamente inoperoso. Nessuna rete assistenziale per i casi critici, assistenti sociali fantasma.
A proposito, mentre il sindaco di Avellino si sbraccia per sostenere che il suo piano di zona è attivo e anzi compie fino in fondo il suo dovere, la Regione Campania, attraverso una nota inviata lo scorso gennaio, ha segnalato l’ennesima disfunzione dell’ambito avellinese, riuscito nell’impresa di ridurre gli assistenti sociali, un numero finito addirittura sotto la soglia di legge prevista dai livelli essenziali. Nella programmazione 2019 anziché un operatore ogni 5mila abitanti il piano di zona ne ha previsti uno ogni 7mila. Una decisione inspiegabile, che consegna lo sfacelo amministrativo, politico e gestionale, in cui è finito l’ambito. Che ora rischia una nuova procedura di commissariamento nonché un taglio dei fondi.
Nel frattempo il sindaco di Avellino pensa a come conquistarsi la maggioranza nel Cda, bloccando da mesi la sua costituzione. Una lotta di gestione sulla pelle degli ultimi.
Aggiungiamo infine di non aver sentito una voce in merito al fatto che le due cooperative che gestiscono i principali servizi da dieci anni a questa parte, con scarsi risultati e zero rendicontazioni, hanno visto i loro presidenti finire nel mezzo di una inchiesta della Dda per favoreggiamento al clan dei casalesi. Festa sul punto ha detto che si è ritrovato le coop per affidamenti degli anni precedenti: ovviamente una bugia, visto che le ultime proroghe sono state assegnate proprio dall’amministrazione Festa nel 2019, e per di più l’anno successivo sono stati assicurati, sempre a queste coop, due potenziamenti d’organico da mezzo milione di euro l’uno. Che hanno permesso l’assunzione di tanti amici e parenti ed ex candidati degli amministratori locali, ma che non hanno portato alcun beneficio agli utenti. Come dimostra ancora una volta la storia del giovane ghanese
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