Pensione flessibile, il 2022 sarà l’anno della svolta
Il lavoratore potrà decidere di anticipare o posticipare la data di pensionamento. Nel primo caso accetterà un assegno inferiore, viceversa riceverà un assegno più alto
Si potrà decidere liberamente l’età nella quale andare in pensione. Posta l’età legale di 67 anni, il lavoratore potrà infatti decidere se anticipare o posticipare la data di pensionamento. Scegliendo di anticipare accetterà un importo più basso, viceversa un importo più alto.
La flessibilità nell’uscita dal mercato del lavoro è tra gli obiettivi strategici del ministero del lavoro per il 2022, così come sancito dalla direttiva n. 28/2022 che prevede un «intervento sul sistema pensionistico, attraverso il dialogo e il confronto con le parti sociali, volto a garantire un sistema equo e flessibile nell’uscita dal mercato del lavoro». Come detto viene riconosciuta al lavoratore la possibilità di anticipare o posticipare il pensionamento, rispetto all’età di 67 anni, agendo sul calcolo della pensione.
Giova ricordare che ad oggi i lavoratori possono anticipare di tre anni la pensione (64 anni) solo se hanno maturato un assegno mensile di almeno 2,8 volte l’assegno sociale, cioè circa 1.300 euro. In senso contrario, però, se a 67 anni non hanno maturato una pensione almeno pari a 1,5 volte l’assegno sociale (circa 700 euro mensili) non possono mettersi in pensione e devono continuare a lavorare finché non maturano quell’importo minimo di pensione, comunque non oltre i 71 anni d’età.
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