Crisi energetica, le armi spuntate del governo italiano per sostenere famiglie e imprese
Secondo Arera, l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, nonostante gli interventi messi in campo sino ad oggi sul primo trimestre di quest’anno si registra un incremento del 131 per cento per l’elettricità e del 94% per il gas
Pochi giorni fa, come noto, il consiglio dei ministri ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti per il contenimento dei costi dell’elettricità e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali. Le misure ammontano a quasi 8 miliardi, di cui circa 5,5 saranno destinati a fare fronte al caro energia e il resto a sostegno delle filiere produttive che stanno soffrendo maggiormente in questa fase.
In buona sostanza, questo nuovo decreto proroga per il secondo trimestre di quest’anno le misure già in essere, a partire dall’azzeramento delle aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze domestiche e alle utenze non domestiche in bassa tensione, sino alla riduzione dell’Iva al 5% e degli oneri generali per il settore gas, al credito d’imposta per le imprese energivore e a un nuovo contributo straordinario, sotto forma di credito di imposta, in favore delle imprese gasivore.
Misure evidentemente insufficienti, se è vero come è vero che secondo Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, nonostante gli interventi messi in campo nel primo trimestre 2022 sul primo trimestre 2021 si è registrato un aumento del 131% per il cliente domestico tipo di energia e del 94% per quello del gas naturale. Dati drammatici che, evidentemente, non hanno nulla a che fare con la crisi ucraina e le conseguenze devastanti che la stessa sta già determinando sul prezzo del gas russo, dal quale dipendiamo per il 40 per cento delle forniture.
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