Impariamo a ringraziare le forze dell’ordine
Ha fatto bene il sottosegretario irpino 5Stelle, Carlo Sibilia, a sottolineare la bravura investigativa e la velocità d’azione con cui i Carabinieri di Avellino hanno individuato e assicurato alla giustizia in meno di 24 ore il killer ed il complice – due giovani di 27 e 22 anni – che si sono resi responsabili dell’efferato omicidio di sabato scorso a Cervinara, episodio reso ancora più raccapricciante dalla gambizzazione a San Martino Valle Caudina – pochi giorni prima – del più noto Fiore Clemente, ex braccio destro del boss Pagnozzi.
Ha fatto bene perché anche nel caso del ferimento di Clemente i Carabinieri sono risaliti all’autore in pochissimo tempo; e perché, pur non essendo i due episodi strettamente collegati, gli investigatori dell’Arma hanno sapientemente acceso i riflettori sulla cornice camorristica dentro cui si possono correttamente inquadrare i profili dei protagonisti (quasi tutti i protagonisti) di quest’ultimo film criminale “girato” in Valle Caudina.
Ha fatto ancor più bene, il sottosegretario, ad enfatizzare un concetto-verità già espresso dal prefetto Paola Spena e dai sindaci di San Martino e Cervinara, Pisano e Lengua, in merito alla risposta chiara e coraggiosa che le comunità locali hanno dato alla “rialzata di testa” della cultura camorristica: non più comportamenti omertosi, che pure si erano registrati fino ad un passato alquanto prossimo; ma la denuncia a voce chiara – stavolta perfino senza se e senza ma – di un clima intimidatorio non più sopportabile, e da qui la richiesta di una più numerosa presenza di carabinieri e poliziotti sul territorio a difesa del diritto di vita in libertà, nella legalità e contro ogni condizionamento ambientale azionato dalla delinquenza organizzata. Insomma, una richiesta di aiuto preventivo, strutturale, nella quotidianità, e non già l’intervento in emergenza destinato a non lasciare traccia il giorno dopo. “Un carabiniere in più per strada aiuta a dissuadere i delinquenti”, ammoniva (inascoltato) tanti anni fa un meridionalista di grande spessore etico e insieme pragmatico quale fu Francesco Compagna. È tempo di porre rimedio. Il sottosegretario Sibilia ha annunciato che saranno potenziati la caserma Carabinieri di San Martino e il commissariato di Cervinara. Se ne parla da anni senza far seguire i fatti alle buone intenzioni. Sarà la volta giusta? Ringrazieremo il rappresentante del governo.
Bene ha fatto anche il prefetto Spena ad evocare con argomenti seri la necessità, guardando al futuro imminente del Pnrr, di tenere alta la guardia: un invito rivolto alle amministrazioni locali e dell’intero territorio provinciale, ma anche ai cittadini. Stiamo per entrare, infatti, nella fase “ricca” del processo di ripresa e resilienza post-pandemico: l’opportunità di creare lavoro e migliorare la qualità della vita in queste zone è direttamente proporzionale al grado di correttezza e oggettiva utilità degli obiettivi nella spesa delle risorse pubbliche. La storia di massicci interventi statali, non solo in seguito a calamità naturali e pestilenze, restituisce esempi catastrofici di “erosioni miliardarie” camorristico-mafiose del danaro pubblico, con l’effetto di danni devastanti, non solo per le casse dello Stato, quant’anche e forse soprattutto per il tessuto sociale.
Certo, spetta alla magistratura e alle forze dell’ordine il compito di garantire il rispetto della legge. Epperò gli amministratori locali e gli stessi cittadini non possono tirarsi fuori da una sfida – quella della legalità – che si può vincere, specie contro la cultura camorristico-mafiosa, soltanto se alla criminalità organizzata si fa mancare la complicità a qualsiasi titolo della “omertà territoriale”.
I fatti di Valle Caudina della scorsa settimana stanno lì a dimostrare che la collaborazione, ancorché marginale, della gente e dei sindaci di quelle comunità hanno accelerato l’opera investigativa dei Carabinieri, fatto di rilevante valenza sia sul piano giudiziario che sociale. È il metodo che serve per essere meglio attrezzati nella lotta alla criminalità. Ma anche per offrire segnali di concreta gratitudine agli uomini delle forze dell’ordine impegnati per la sicurezza collettiva.
Domenica scorsa, a due anni dall’inizio della tragedia Covid in Italia, il Presidente Mattarella ha elogiato i sanitari per il grande impegno profuso nella trincea della pandemia. Sarebbe cosa buona e giusta se un po’ tutti, nel nostro quotidiano vivere civile, imparassimo ad offrire piccoli, grandi gesti di attenzione umana a chi lavora per noi nella difficile trincea dell’ordine pubblico.
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