E’ reato portare i bambini a scuola senza le vaccinazioni obbligatorie: lo ha stabilito la Corte di Cassazione

Ad essere penalmente rilevante, in ragione dell’articolo 650 del Codice, non è la mancata vaccinazione, ma la “disobbedienza” al provvedimento «legalmente dato per ragioni di salute dalla pubblica autorità (nella persona del dirigente scolastico competente)»

I genitori che portano i figli a scuola malgrado non abbiano fatto i vaccini obbligatori commettono reato. Lo ha sancito la Cassazione secondo cui ad essere penalmente rilevante non è il non aver vaccinato i minori ma il mancato rispetto del provvedimento che impone, in assenza di certificazione, la sospensione dalla frequenza scolastica.

La Cassazione ha accolto il ricorso del Pubblico ministero contro il proscioglimento, pronunciato dal Gip, perché il fatto non è previsto dalla legge come reato. Una svista, stando a quanto precisato dalla Suprema Corte, visto che il Gip ha precisato che il mancato rispetto del cosiddetto decreto Lorenzin, relativo all’obbligatorietà di alcuni vaccini, è un illecito amministrativo e non penale. La situazione cambia, però, in caso di urgenza e in occasione di epidemie in atto quando è legittimo emettere provvedimenti necessari e urgenti «di esecuzione coattiva dell’obbligo vaccinale».

Ad essere penalmente rilevante, in ragione dell’articolo 650 del Codice, non è la mancata vaccinazione, ma la “disobbedienza” al provvedimento «legalmente dato per ragioni di salute dalla pubblica autorità (nella persona del dirigente scolastico competente). Il decreto Lorenzin, infatti, subordina – alla presentazione dei documenti che dimostrino il rispetto dell’obbligo – l’accesso «ai servizi educativi per l’infanzia e alle scuole dell’infanzia, ivi incluse quelle private non paritarie». Dovere ignorato dai genitori che avevano fatto frequentare le lezioni alla figlia minore da ottobre 2018 a giugno 2019.

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