Ecco il “Piano Neet” per ridurre il numero dei giovani che non studiano e non lavoro. Nella fascia d’età 15 – 34 anni se ne contano oltre tre milioni, ma al Sud si registrano livelli doppi rispetto al Nord
Gli strumenti su cui si regge il piano sono il rilancio ed il rafforzamento di Garanzia Giovani, gli Sportelli Giovani nei Centri per l'impiego, il servizio civile universale, un supporto informativo tramite il sito GIOVANI2030, programmi europei gestiti da Associazione Nazionale per i Giovani, il Piano nazionale pluriennale (2021-2027) sull'inclusione dei giovani con minori opportunità
Si chiama “Piano Neet”, lo ha messo a punto il governo con un decreto congiunto tra il Ministero del Lavoro e quello alle Politiche giovanili, per ridurre gli oltre tre milioni nella fascia di età 15-34 anni che non studiano, non lavorano e non fanno formazione.
Gli strumenti su cui si regge il piano sono il rilancio ed il rafforzamento di Garanzia Giovani, gli Sportelli Giovani nei Centri per l’impiego, il servizio civile universale, un supporto informativo tramite il sito GIOVANI2030, programmi europei gestiti da Associazione Nazionale per i Giovani, il Piano nazionale pluriennale (2021-2027) sull’inclusione dei giovani con minori opportunità.
Un Piano che riguarda innanzitutto il Mezzogiorno, visto e considerato in Italia i Neet nella fascia d’età 15-34 anni sono più di 3milioni, con una prevalenza femminile pari a 1,7 milioni, e che in tale quadro il Sud registra livelli doppi rispetto al Nord, con circa un giovane di 15-29 anni su tre che non è inserito in un percorso di istruzione o formazione né è occupato (32,6%). In termini complessivi, dopo la Turchia(33,6%), il Montenegro (28,6%) e la Macedonia (27,6%), nel 2020 l’Italia è risultato essere il Paese con il maggior tasso di Neet in Europa.
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