Il governo mette in campo 300milioni per le reti idriche del Sud, ma Alto Calore ed Ente Idrico Campano restano esclusi

Il Bando del Ministero delle Infrastrutture è aperto solo alle regioni meridionali ed esclusivamente ai gestori e gli enti d’ambito. L'Irpinia, con una perdita media del 60 per cento e con le sorgenti che dissetano gran parte del Mezzogiorno, resta fuori

Alto Calore Servizi e Ente Idrico Campano non potranno accedere ai fondi dell’avviso pubblico per la formulazione di proposte progettuali per la riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua. Parliamo di un bando del Ministero delle Infrastrutture che recupera 300 milioni di euro, solo per le Regioni del Sud, aperto esclusivamente ai gestori e gli enti d’ambito.

Nel bando si legge che «possono presentare richieste di finanziamento» gli Ato, se hanno approvato i piani d’ambito e espletato le gare o le procedure per l’affidamento del servizio idrico integrato, dunque i gestori, a patto che abbiano ottenuto l’affidamento del servizio idrico integrato ai sensi dell’articolo 172 del decreto legislativo 152 del 2006.

Condizioni che escludono sia l’Ente idrico della Campania, che dal 2015, ovvero dall’approvazione della riforma regionale sul ciclo integrato delle acque, non ha mai avviato l’iter previsto dalla norma per affidare il servizio nel nuovo ambito Irpinia-Sannio, che Alto Calore, che gestisce la risorsa in Irpinia e in molti comuni del Sannio ma non è il gestore dell’interno ambito.

Il paradosso è che questi fondi, funzionali a ridurre le perdite delle reti idriche nei territori più svantaggiati, dove si rilevano le maggiori criticità in termini di perdite, andranno a territori dove si registrano condizioni meno critiche e gestori più strutturati. L’Irpinia, che restituisce acqua a buona parte del Mezzogiorno, dove si rilevano perdite medie del 60 % della risorsa idrica resterà esclusa.

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